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La battaglia delle operaie torinesi

Dal giornale clandestino “La difesa della lavoratrice” ottobre 1944.

Dal giornale clandestino “Noi donne” giugno 1944.

MARTINI – Alla Martini un caporione fascista e un tedesco parlano alle operaie cercando di convincerle ad andare a far la monda del riso. Esse, che non vogliono servire i tedeschi, per tutta risposta hanno scioperato. Inoltre le operaie della Martini hanno dato esempio di comprensione politica e di amor patrio appoggiando lo sciopero della Mirafiori.

MICHELIN – In questi ultimi tempi viene imposto alle operaie della Michelin il lavoro a economia, perché, mancando il filo per il lavoro fondamentale, esse vengono adibite a lavori secondari. Ma se il nuovo lavoro è secondario, perché si continua il turno di notte? E perché il lavoro notturno viene pagato a economia e non a cottimo con i relativi supplementi? Le operaie sono in agitazione. Esse vogliono essere pagate a cottimo, vogliono l’abolizione del turno di notte o il pagamento supplementare.

MANIFATTURA TABACCHI Per la prima volta le maestranze della Manifattura hanno scioperato, dimostrando così la loro solidarietà agli operai della Mirafiori. Lo sciopero è durato 5 giorni e vi hanno attivamente partecipato i Gruppi di Difesa della Donna, in particolare ad essi era affidato il compito, ogni mattina, di togliere la “forza” dai vari reparti onde impedire la ripresa del lavoro. La combattività delle tabacchine è stata premiata dalla vittoria, poiché hanno ottenuto 3000 lire d’indennità straordinaria di caro vita. Il giorno 19 gennaio la Manifattura ha scioperato per 2 ore e mezza in segno di protesta per la fucilazione di 11 patrioti. L’iniziativa è stata data dalle donne dei Gruppi. Sospeso il lavoro se ne stavano sedute parlando dei partigiani e del duro inverno che essi dovevano sopportare sulle montagne. Sempre le nostre donne hanno preso l’iniziativa di fare una sottoscrizione per i patrioti che ha fruttato 1788 lire. Esse non hanno paura di far valere le loro ragioni e sono decise a lottare fino alla vittoria per le loro rivendicazioni.

I.N.C.E.T. – In seguito alla disposizione della direzione di non interrompere il lavoro neppure in caso di allarme, la maestranza si raduna nel cortile a protestare ogni qualvolta suona la sirena. A iniziare questa dimostrazione sono state le operaie dei Gruppi di Difesa della Donna. Le nostre donne hanno pure rifiutato le bollette del cottimo, chiedendo alla direzione una paga adeguata al costo della vita.

POSTA – Le nostre postine hanno risposto con categorico rifiuto alla proposta di andare a lavorare in Germania; dopo ciò una parte di esse viene licenziata per poi venir riassunta ma perdendo tutti i diritti di cui prima godeva.

… non è più tempo di tergiversare sulle parole, coi fatti si deve dimostrare che noi donne sappiamo dare un valido aiuto per la liberazione della patria. Solo con la nostra larga partecipazione alla lotta accanto alle forze partigiane, nell’ interno delle officine, negli uffici, nelle piazze, potremo collaborare pienamente per scacciare la belva nazista ormai ridotta all’agonia…Un’operaia torinese

Posted in 25 aprile, resistenze, storie di donne.