Giovedì 7 giugno 2012 alle ore 20 si comincia con l’ aperitivo, mentre alle ore 22 inizierà lo spettacolo teatrale. Vi aspettiamo allo United, in Corso Vigevano 33 a Torino.
La serata è organizzata dall’Associazione “WCH” e dal Collettivo Femminista Medea. Parte dell’incasso sarà devoluto alla Cassa di Resistenza che in azienda (e non solo) è stata messa in piedi da circa un anno. La Cassa finora è servita in varie occasioni, sia per sostenere lavoratori/trici che avevano subito provvedimenti ingiusti (tipo sospensioni ecc.), sia per coloro che, pur volendo fare sciopero, hanno avuto forti problemi economici a sostenerlo.
Lo spettacolo racconta frammenti di vita quotidiana al femminile che si compongono a formare uno spaccato impietoso dell’attuale situazione della società italiana, dove le donne ancora hanno difficoltà a definire e far rispettare il proprio spazio inviolabile e dove ancora tutti faticano a riconoscere il legame esistente tra stereotipia, discriminazione e violenza. La narrazione attraversa anche il dramma dei femminicidi veri e propri, che in Italia avvengono al ritmo di una donna ammazzata ogni tre giorni, quasi sempre per mano di un uomo con cui è in relazione.
“Luna di Mele” si sviluppa a partire dalla lettura delle pagine del diario di quattro donne, cui le due attrici, attraverso l’azione fisica, il canto e l’uso di vari strumenti a percussione, danno corpo e voce, amplificandone emozioni e pensieri.
All’intimità dei diari fanno da contraltare le scene comiche ambientate in una strada cittadina in cui si incontrano tre personaggi ricchi d’ironia, e alcuni momenti in cui le due attrici abbandonano la finzione scenica e prendono la parola in prima persona rivolgendosi direttamente al pubblico.
Ecco allora la donna in gravidanza che interagisce con la persona che sta crescendo nella sua pancia e si interroga sull’essere madre e lavoratrice precaria, sul rapporto con l’uomo, sull’economia globale.
Ecco i dialoghi alla fermata dell’autobus. Come reagire alla mano morta dell’ora di punta?
Ecco i diari di una maesta elementare il cui appartamento ha le pareti troppo sottili, di una musicista che si è liberata di un marito violento, di un’impiegata alle prese con l’impossibile ritmo di una sua giornata tipo tra ufficio e famiglia…
Lo spettacolo trasforma e inscena le riflessioni emerse nelle chiacchiere serali attorno al tavolo in cucina, nate dal bisogno delle artiste di non starsene zitte, di essere attive lungo le vie. Per incontrare e nutrirsi. Per incontrare e nutrire.
Perché la rete della sorellanza si estenda, a sostegno reciproco di consapevolezza agita.
Infine nella speranza di incontrare lungo le vie i disertori e le disertrici del pensiero unico e assieme a loro costruire il cambiamento culturale di cui non si può proprio più fare a meno.
***
L’Associazione “Working Class Heroes” (WCH) è una associazione che raccoglie lavoratori e lavoratrici, principalmente dei call center (ma non solo) di Torino. Essa consiste in una associazione volontaria con lo scopo di migliorare le condizioni materiali e morali dei lavoratori e si fonda sui valori della mutualità e della solidarietà. L’idea di costituire tale associazione è scaturita dalla constatazione del peggioramento delle nostre condizioni di sfruttamento e della necessità di trovare innanzitutto in noi stessi la forza e gli strumenti necessari per fare fronte al nostro stato di precarietà.
Contro questa situazione, purtroppo, non è sufficiente il tradizionale strumento sindacale che, per quanto a volte (poche) anche ben organizzato, non supera comunque il più o meno ristretto ambito aziendale e sembra essere più interessato a tavoli e tavolini istituzionali piuttosto che a difendere in maniera intransigente gli interessi dei lavoratori. Vogliamo, quindi, dare voce ad una categoria di lavoratori e lavoratrici della città, quella dei call center, a prescindere dalla loro azienda di appartenenza.
Le nostra azione principalmente di orienterà nella costituzione di una Cassa di resistenza che, nei limiti delle possibilità materiali, sostenga i lavoratori e le lavoratrici colpiti/e da provvedimenti disciplinari ingiusti o che debbano sostenere spese legali per difendere i propri diritti od interessi, o ancora che vengano colpiti dalle conseguenze di delocalizzazioni, esternalizzazioni, chiusure (cassa-integrazione finché ci sarà, o le nuove inadeguate forme di assistenza al reddito previste dalla riforma Fornero), o infine che abbiano la volontà e la determinazione di partecipare ad uno sciopero, ma non riescano economicamente a sopportarne il peso (cioè la trattenuta della giornata di stipendio).
La condizione, quindi, non sarà di avere in tasca una tessera di partito o sindacale, ma di condividere lo spirito, la natura e gli obiettivi dell’associazione, oltre che di attivarsi per le (e nelle) iniziative che costruiremo nel futuro.
Condividendo il principio che solo con l’unione delle forze potremo raggiungere gli obiettivi di affermazione dei nostri diritto e di difesa delle nostre condizioni di vita.