Ci siamo, eccoci alle porte del 25 gennaio, data in cui ci sarà la sentenza definitiva del TAR rispetto al nuovo ricorso presentato dalla Casa delle Donne di Torino affiancate da altre singole donne contro la nuova delibera presentata dalla Giunta Cota in materia del Servizio dei Consultori in Piemonte.
Ma è necessario e doveroso fare un passo indietro:
OTTOBRE 2010: la Giunta Cota approva con delibera il ‘Protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza’; un atto amministrativo che, in quanto tale, non necessita di alcuna discussione in aula e che, lo ripetiamo, prevede l’introduzione del volontariato e privato sociale all’interno dei servizi consultoriali, tramite un sistema di convenzioni e registri nei quali possono iscriversi solo le Associazioni di Volontariato che hanno tra i requisiti la presenza nello statuto della finalità di tutela alla vita sin dal concepimento, quindi solo il Movimento per la Vita. Ecco che inizia anche in Piemonte, come in Veneto, Lazio e altre regioni, l’attacco alla legge 194/78 sull’interruzione di gravidanza e alla legge 405/75 sui consultori…leggasi l’attacco aperto a noi donne !
Immediatamente Collettivi, Associazioni e gruppi di donne ci siamo mobilitate con iniziative pubbliche e contestazioni, volte a contrastare la delibera e la linea politica che essa esprime, ma anche con l’obiettivo ad informare il territorio.
La Casa delle Donne Torino e l’Associazione ACTIVA impugnano l’atto amministrativo e presentano ricorso al TAR, nel quale si costituisce, come controparte, la Regione Piemonte, il Movimento per la Vita Torino ed il Movimento per la Vita Italiano (tra gli avvocati compare anche Carlo Casini…si proprio lui l’europarlamentare, presidente dello stesso Movimento per la Vita e, per l’appunto, anche Avvocato).
Viene interpellato il Difensore Civico con la raccolta di 412 firme in 2 giorni, lo stesso si pronuncerà esprimendo forte preoccupazione sul merito di una materia così delicata auspicando e sollecitando la Regione affinché nulla cambi nei Consultori, sino alla sentenza del TAR.
8 GIUGNO 2011: il Movimento delle donne torinesi organizza un presidio davanti alla sede del TAR. E’ il giorno dell’udienza del ricorso la cui sentenza sarà ufficializzata il mese successivo.
LUGLIO 2011: con sentenza 793/2011, il TAR accoglie parte del ricorso presentato annullando la parte della delibera che fa riferimento proprio al requisito citato considerato ‘irragionevolmente discriminatorio e stabilito in assenza di specifiche esigenze di limitazione o differenziazione previste da altre norme costituzionali o di legge e tale da ledere la libertà di associazione della ricorrente’. Vittoria delle Donne, ci diciamo, rimandando approfondimenti successivi alla lettura della sentenza ma almeno la delibera è stata annullata, anche solo sul requisito infame !
Invece no, non è finita! Prontamente la nostra Giunta stacanovista e ligia al dovere, in sole 48 ore, da prova della propria efficienza e laboriosità per le cose che valgono davvero….et voilà, arriva la rettifica, la seconda delibera, n 1-2331, che non solo sfrontatamente reinserisce lo stesso identico requisito ma lo integra con la frase ‘… e/o di attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato: in assenza del presente requisito soggettivo, è sufficiente il possesso di un’esperienza almeno biennale nell’ambito del sostegno alla donne ed alla famiglia’… senza pudore né vergogna.
D’altro canto vista la momentanea indisponibilità della ex Assessora Ferrero impegnata in altre faccende giudiziarie per truffa, il nuovo Assessore, dott. Monferrino, ex AD IVECO è quindi evidentemente molto competente in materia di Sanità ma che sicuramente su produttività e scrittura di accordi è davvero molto ferrato!
SETTEMBRE 2011: mentre la nostra instancabile Giunta mette a punto gli inizi dei lavori per la discussione sul nuovo Piano SocioSanitario, dove la Governance è improntata sui tagli di Bilancio anziché alle reali necessità assistenziali e sanitarie della Regione, con suddivisioni di competenze, specializzazioni attraverso ‘l’innovativo’ scorporamento delle ASL dagli ASO (Ospedali), con tagli davvero ed insopportabilmente troppo pesanti su personale, posti letti (e quindi sulla qualità), con il rafforzamento della sussidiarietà tra pubblico e privato come principio fondante di tutto il piano dove il business dell’accreditamento diviene sinonimo di efficienza e dove viene posta l’attenzione sull’importanza di rendere appetibile l’Azienda Sanitaria piemontese ai privati per i propri investimenti. Beh, in questo quadro in cui i consultori sono nominati una volta o due, ecco che il cerchio si chiude e viene depositata la tanto attesa Proposta di Legge n 160: ‘Norme e Criteri per la Programmazione, gestione e controllo dei Servizi Consultoriali’, anche qui come prima firmataria una donna del CentroDestra ora ma di provenienza di estrema Destra sino a ieri, con il chiaro obiettivo di sconvolgere la legge 194 e la 405 sui consultori, nuovamente quasi mai nominati, in cui si ribadisce chiaramente e nettamente che queste strutture devono essere funzionali alla tutela della famiglia, ovviamente fondata sul matrimonio tra uomo e donna. In questa proposta viene sancita la collaborazione con i Centri per la tutela della maternità e della vita nascente, introdotta la libera attività dei volontari pro vita che possono compiere accoglienza anche partecipando al colloquio informativo delle donne, che devono avere un apposito spazio all’interno dei consultori stessi (sappiamo tutte che nei consultori di spazio ce n’è davvero molto!) e x i quali viene anche stanziato un Fondo regionale per la vita (previsti 3 milioni di € per il 2012/2013).
Secondo questa proposta di legge la donna che vuole interrompere una gravidanza deve passare attraverso uno staff (tra cui è presente anche l’esperto di bioetica) al quale deve esporre le motivazioni per le quali ha preso questa decisione, viene sottoposta alla minuziosa descrizione sullo sviluppo dell’embrione e alla dettagliata descrizione delle tecniche abortive alla fine di tutto ciò, qualunque sia la sua scelta, la donna deve apporre la propria firma sul progetto che le viene proposto. Se invece arriva in ospedale con il foglio del proprio medico senza passare dai consultori, ecco che deve essere rispedita in questi ultimi per seguire l’iter (altrimenti sfuggirebbe alla schedatura, aggiungiamo noi).
E mentre scompare magicamente il mediatore culturale ecco che compare il mediatore familiare. Certo perché la famiglia viene posta al centro di una struttura nata, invece, per avere la donna al centro e se la famiglia vi entrava, lo faceva come uno degli aspetti della vita di una donna ma che era fatto anche di sessualità, scambio ed incontro con altre donne, informazione sulla salute, conoscenza del proprio corpo, di menopausa ma a quanto pare molti di questi aspetti già da tempo hanno perso importanza.
Anche in questo caso non siamo rimaste a guardare. La nostra petizione contro questa proposta di legge, degna delle leggi fasciste del nostro paese, ad oggi ha raggiunto le oltre 1000 firme solo sul sito, sono stati organizzati incontri informativi sul territorio piemontese ma siamo consapevoli che molte altre iniziative dovranno essere organizzate, soprattutto in vista della discussione della proposta di legge che, questa volta, dovrà esserci in aula!
25 GENNAIO 2012: questa data diventa, quindi, molto importante come tappa in questo percorso. Qualunque sia l’esito della sentenza non potrà che influire sulla futura discussione e sull’ andamento della proposta di legge 160 che, se dovesse passare, vanterebbe l’onore di essere uno dei primi passaggi legislativi utili x una legge nazionale. Per noi donne, però, vorrebbe dire essere totalmente cancellate come tali per lasciare il posto, definitivamente, all’unico ruolo che oramai ci viene continuamente cucito addosso: quello della madre e della moglie, meglio se precaria nel mondo del lavoro !
Se Carlo Casini pare che abbia esplicitato il proprio disappunto all’epoca della prima delibera, proprio per i limiti che un mero atto amministrativo ha rispetto ad una legge, ora potrebbe finalmente trovare quella soddisfazione che tanto attende …. sarà forse per questo motivo che in questo ricorso al TAR il Movimento per la Vita non ha ritenuto importante costituirsi davanti al Tribunale Amministrativo Regionale? Che stiano concentrandosi in altro?
Ma le donne non ci stanno, domattina in conferenza stampa, le Donne di Torino per l’Autodeterminazione illustreranno le prossime iniziative, prima delle quali quella che si terrà a Torino sabato 21 nel pomeriggio in concomitanza con l’Incontro Nazionale che si terrà a Roma proprio in materia di Consultori, indetta dall’Assemblea Permanente delle Donne.
Intanto la raccolta firme prosegue … continueremo ad opporci e a lottare!
Come sempre ringraziamo la Casa delle Donne e le donne che ci forniscono informazioni utili allo di avanzamento del ricorso.