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Noi e il nostro corpo: dalla rubrica radiofonica “Storie di donne”

ourbodiesPubblichiamo qui di seguito gli appunti che abbiamo utilizzato per la rubrica “Storie di donne” all’interno della seconda puntata della nostra trasmissione Il Colpo della strega (24 marzo 2014).

Per la rubrica Storia di donne, oggi vi racconteremo la storia di un libro molto prezioso, nato negli Stati Uniti e poi trasportato letteralmente in Italia per essere tradotto. Stiamo parlando di “Our bodies, ourselves”, “Noi e il nostro corpo” nell’edizione italiana.

“Il testo inizialmente era un pamphlet. Maria Teresa Fenoglio è andata in America, è andata a Boston e le donne di Boston le hanno dato questo pamphlet. Lei arriva a Torino e lo porta al Collettivo delle compagne e siccome ero l’unica che sapeva l’inglese mi son messa a tradurlo”, rivela Angela Miglietti, la traduttrice del testo. Che ancora racconta “Questo testo è diventato uno strumento fondamentale nella formazione e la gestione dell’esperienza dei gruppi del self help, nati proprio come piccoli gruppi di ricerca e scoperta al proprio e all’altrui corpo. L’uscita del volume in Italia nell’estate del 1974 coincide infatti con la nascita dei primi consultori autogestiti e diventerà uno dei principali testi di riferimento del movimento che tra 1975-76 raggiunge uno dei momento più alti di visibilità con le mobilitazioni per la liberalizzazione dell’aborto”.

La forma del manuale e la critica alla medicalizzazione del corpo femminile espressa in un linguaggio accessibile e mediata dall’esperienza personale, contribuiscono a spiegare l’eccezionale successo di questo testo che nel corso di 35 anni ha venduto 4 milioni di copie in numerose edizioni. E’ stato tradotto in 20 lingue, attraverso adattamenti ed edizioni che hanno preso forma all’interno di una rete internazionale di attiviste e militanti.

É un libro manuale perchè ogni donna può sfogliarlo e trovare una risposta ai suoi problemi e ai bisogni del suo corpo, ai suoi desideri, alle sue paure.

Gli argomenti sono quelli suggeriti dal rapporto quotidiano di ciascuna con il proprio corpo: anatomia e fisiologia della riproduzione e della sessualità, alimentazione, igiene, malattie, rapporti sessuali, contraccezione, aborto, stupro e autodifesa, maternità, parto, menopausa.

Abbiamo qui con noi una edizione più ampia della prima. Il motivo del cambiamento è nella natura stessa di questo libro, primo esempio di scrittura collettiva che non si pone come opera definitiva ma nasce e cresce dal Movimento delle donne e con esso costruisce il suo sapere e si modifica. Dopo la prima edizione infatti, centinaia di donne hanno risposto agli stimoli uscendo dalla consueta passività di lettrici/consumatrici e hanno così contribuito alle modifiche e al rinnovamento del testo.

Ma entriamo del dettaglio della genesi di questo libro. Leggiamo alcuni stralci della prefazione, scritta nel marzo 1973.

Ebbe inizio una discussione sul tema le donne e il loro corpo svoltasi nell’ambito di un raduno di donne a Boston, nella primavera del ’69. Per molte era la prima volta che ci si trovava insieme per parlare e pensare alla nostra vita e a ciò che potevamo fare x modificarla. Prima della fine del raduno alcune di noi decisero di continuare a incontrarsi per proseguire la discussione.

All’inizio formammo un gruppo medico. Tutte noi avevamo provato lo stesso senso di frustrazione e di rabbia nei confronti dei medici paternalistici che si limitavano a tranciare giudizi, senza dare alcuna informazione.

Parlando ci rendemmo conto che avevamo ancora moltissimo da imparare sul nostro corpo, quindi durante l’estate decidemmo di approfondire alcuni argomenti e avremmo poi scritto qualcosa individualmente o in piccoli gruppi e avremmo presentato il nostro lavoro in autunno come un corso di lezioni per le donne.

Presentammo il corso ovunque e gratuitamente, provocando una reazione a catena che coinvolse un numero sempre maggiore di donne.

Ci hanno chiesto perchè questo libro parli esclusivamente delle donne. Rispondiamo che siamo donne e che in quanto tali non ci consideriamo esperte dei problemi degli uomini, mentre gli uomini si sono sempre ritenuti autorizzati a trattare i nostri problemi.

Ancora dalla prefazione…

Imparare a conoscere il nostro corpo in questo modo cambiò radicalmente la nostra vita e noi stesse. In secondo luogo il nostro lavoro ci consentì di dare un giudizio sulle istituzioni che dovevano occuparsi della nostra salute. Alcune di noi analizzarono per la prima volta queste istituzioni con occhio critico. Fu per noi un’esperienza politica fondamentale: scoprire che non disponevamo di quasi nessun controllo sulla nostra vita e sul nostro corpo.

L’ignoranza in cui sono state tenute le donne per secoli nei riguardi del loro corpo ha sempre avuto una conseguenza fatale: la gravidanza non desiderata. Donne coraggiose come Margaret Sanger all”inizio del XX secolo cominciarono a diffondere e rendere accessibili a tutte i metodi per il controllo delle nascite, liberandoci da una vita di gravidanze ininterrotte. Ma non altrettanto rapidamente è morta l’idea che la donna deve innanzitutto avere figli.

Noi per esempio, solo quando prendemmo coscienza, insieme, di ciò che significava per noi essere donne, soltanto allora ci rendemmo conto che potevamo decidere se e quando volevamo avere figli…

Questa consapevolezza ci ha liberate, almeno in parte, dalla costante paura di rimanere incinte. Le nostre gravidanze sono state più felici perchè non ci erano imposte.

Il nostro desiderio è quello di aiutare altre donne a scoprire questa libertà di scelta, questo spazio vitale che si è aperto per ciascuna.

Se impariamo a capire, accettare ed essere responsabili della nostra identità fisica, potremo liberarci e l’immagine che avremo di noi stesse sarà più solida, saremo persone migliori, avremo più fiducia in noi stesse, più autonomia, più forza.

La vitalità di questo libro, che è davvero un’importante momento di costruzione del sapere di tutte le donne, un momento di crescita collettiva e di pratica politica insieme, sta proprio nel non dare risposte definitive, che in questo modo diventerebbero autoritarie e censorie, ma nel presentare ciò che alcune donne hanno capito di sé in un lavoro politico comune e che propongono a tutte come punto di partenza per una lotta che, insieme con le altre, è di ciascuna.

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