Skip to content


Imprenditore dà della mignotta a una disoccupata in cerca di lavoro

Vi segnaliamo un articolo che abbiamo trovato per caso, viaggiando per la rete. E’ stato pubblicato da Lettera Viola, il sito dei Viola in Movimento.

Sul sito di Flash Art Italia e International appare un annuncio. Cercano stagisti per assistente di redazione: A causa dei frequenti e normali turn-over – recita l’annuncio – che avvengono nella nostra redazione, in cui i nostri redattori sono chiamati quasi sempre altrove a più alti, importanti e remunerativi incarichi (ben per loro! Auguri vivissimi! Siamo qui per questo), siamo sempre alla ricerca di uno o più stagisti per Assistente di Redazione per Flash Art Italia e International. Teniamo a precisare che, ahinoi, per almeno 8-10 mesi, il rimborso spese per uno stagista che deve imparare tutto, è minimo, quasi inesistente. Chiedete altrove quanto percepisce uno stagista. Preghiamo dunque di rispondere al presente annuncio solo a chi possiede i requisiti richiesti e a chi può mantenersi per parecchi mesi a Milano”.

A seguito di quest’annuncio è stata diffusa su Facebook dalla pagina “il manifesto dello stagista” (da cui l’abbiamo presa)  una nota-denuncia che sta facendo il giro dei social network; la nota riporta la conversazione tra Caterina, una donna che risponde all’annuncio e l’editore di Flash Art, Giancarlo Politi:

Caterina, disoccupata, scrive al responsabile dell’azienda, Giancarlo Politi: “Mi spiega perché i miei genitori o chi per essi dovrebbero pagare perché io lavori PER lei? Solo persone ricche possono dunque lavorare da FlashArt? Mi dica una cosa: se potessimo non lavorare per vivere, secondo lei, lavoreremmo? Evidentemente lei non si è mai trovato nella spiacevole situazione di dover lavorare per vivere, fortunello lei. Le auguro una vita senza rimborso spese (Chieda altrove quanti ne percepiscono uno ahinoi!)”

Giancarlo Politi risponde: “Caterina, se tu fossi in grado di lavorare per noi ti offrirei subito, anzi, prima, due o tremila euro al mese. Prima impara a scrivere, a leggere dai siti e giornali del mondo, a fare una notizia in dieci righe, a fare l’editing di un testo, a impaginare con inDesign e poi potrai avanzare pretese. Lo sai cosa dice Tronchetti Provera? Lavorare oggi a buoni livelli e’ un lusso. Se uno non lo capisce vada a lavorare al Mac Donald. E’ forse il tuo caso? Auguri. PS: Chiedi allo Stato di aiutarti. La mia azienda non è di beneficenza. E tu cerchi la beneficenza.

Caterina non ci sta e scrive ancora: “In tal caso sono lieta di farle sapere che non solo so scrivere ed impaginare con indesign ma mi sono laureata in design col massimo dei voti e di software tecnici ne conosco almeno 10 tra grafica, photo editing, disegno e 3D. Parlo correntemente 4 lingue e la mia conoscenza dell’arte contemporanea e’ ottima. Vivo e lavoro all’estero da anni e mi creda, dal suo annuncio la cosa che vorrei meno al mondo è lavorare per lei. Meglio il mac donald’s, quanto ha ragione! La beneficenza se la faccia fare lei, povero indigente che non puo’ nemmeno pagare un povero stagista il minimo. Anzi, meglio: perché non cheide all’uficio delle imposte? saranno lieti di aiutare chi fa profitto sul lavoro non pagato. Avanti cosi’, lei è un eroe.”

Giancarlo Politi le dà praticamente della mignotta e si congeda: Caterina, come vedi ora anche le mignotte debbono parlare 4 lingue, conoscere l’arte e inDesign. Il globalismo fa miracoli”

Ecco il numero di telefono e la mail, se volete esprimere il vostro disappunto a Politi: Tel. 02.6887341  info@flashartonline.it

Posted in anticapitalismo, precarietà, sessismo, storie di donne.