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Santa Candida a Milano!

santa candida

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Presentazione dell’appello #senonconmartaquando?

Nella notte di venerdì 19 luglio, centinaia di uomini e donne No Tav cercano di avvicinarsi alle recinzioni che espropriano una parte della Val Susa: terra di boschi e lavande, terra che dovrebbe dare frutti, terra che uomini e donne hanno vissuto e rispettato.

Terra di lotte partigiane, sentieri che hanno visto combattere, e vincere, contro i nazisti. Ma quella terra ora è deserto, ruspe che scavano e abbattono, recinti e check point, gas che avvelenano, con le popolazioni civili, i loro campi e le loro vigne.
Una terra strappata al presente in nome di un “progresso” che avvelena le vite delle donne e degli uomini, impegnato a distruggere i valori e la dignità delle comunità. Un salto indietro nella storia.

Venerdì 19 luglio uomini e donne No Tav si avvicinano nel buio per battere sulle reti e gridare: “mia nonna partigiana me l’ha insegnato, tagliare le reti non è reato”.

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Per Marta in presidio fuori dal tribunale…

Stamattina, alle 12.30, si è tenuto di fronte al Tribunale di Torino il presidio in solidarietà con Marta, convocata dalla procura torinese non solo in merito ai fatti per cui è stata denunciata,  ma anche per essere sentita su quanto ha voluto con coraggio denunciare, pubblicamente, in conferenza stampa, rispetto alle molestie subite.

Erano presenti anche i pm che venerdì sera erano già dentro al cantiere, pronti a convalidare i fermi e gli arresti che la polizia evidentemente aveva già deciso di effettuare…la strategia di chiudere ogni via d’uscita durante la carica è stata messa in atto proprio per fare più male possibile ed arrestare…Insomma, la dinamica dei fatti di venerdì notte lascia poco spazio alle ipotesi: procura e polizia agiscono di concerto e in  modo premeditato per intimidire, reprimere e criminalizzare il movimento, e la procura dell’era  Caselli non si smentisce mai – ricordate quando il canuto e democratico forcaiolo volle essere presente, di persona, all’udienza per Nina e Marianna?

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Noi siamo con Marta!

medea per marta

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Lo strano caso del verme che rimase verme e non si tramutò mai in farfalla

… appartiene a un partito che pubblicizzava il proprio quotidiano con un bel sedere in minigonna sui manifesti … magari ci scappa la palpatina, in fondo se vai in giro così è il minimo che ti può capitare e poi la palpatina, la toccatina … su! e che sarà mai! Soprattutto: la puoi provare? …

… subisce una fascinazione per le divise seconda solo a quella di Saviano … forse da bambino sognava di fare il carabiniere … del resto vuoi mettere la soddisfazione di poter fare direttamente quello che per anni ti sei limitato a sollecitare da una tastiera … pugno duro, carcere duro, PM duri …

… Joy si sarà inventata lo stupro nel Cie, in fondo se vai alla guerra …

… a Bolzaneto nessuna è mai stata molestata, in fondo se vai alla guerra …

… firma con una mano una mozione per la piena applicazione della legge 194 e con l’altra sostiene un governo che taglia scuola sanità trasporti, tutte cose che evidentemente con le donne non hanno nulla a che fare …

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“OSPEDALI FUORILEGGE” di Chiara Lalli

L’applicazione della legge 194 non è garantita e in moltissimi ospedali non si eseguono interruzioni volontarie di gravidanza, nonostante non esista la possibilità dell’obiezione di struttura. L’articolo 9 della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) specifica chiaramente che il servizio debba essere garantito e che ogni struttura sia obbligata a offrirlo. Nonostante questo, moltissime strutture ignorano tale obbligo e a nessuno sembra interessare.

LAIGA – La Laiga è la Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194/1978. Il suo intento è di garantire i diritti delle donne e quelli degli operatori della 194. I dati che hanno raccolto sul numero di obiettori di coscienza sono diversi dai numeri ufficiali, presentati dal Ministero della Salute nella relazione annuale sull’applicazione della 194. Sono numeri impressionanti, raccolti tra mille difficoltà e che ci rimandano una fotografia drammatica del fenomeno. Mi faccio raccontare da Anna Pompili, ginecologa della Laiga, quali ostacoli hanno incontrato e che cosa implicano numeri tanto alti.

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Non per odio ma per amore: storie di donne internazionaliste

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Saperi e sapori: due giorni con le Donne NoTav

CAMPEGGIO NO TAV 2013 - 6 e 7 luglio (1)

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Papilloma: come difenderci dall’Hpv e da chi ci specula

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La Questura di Roma vieta il ricordo a Giorgiana Masi per proteggere la “marcia per la vita”

da Baruda.net

giorgiana vive

Proprio il 12 maggio vengono a provocare nelle nostre strade. I peggiori, la peggior feccia che la nostra società è stata in grado di mettere al mondo, già “mettere al mondo”: gli antiabortisti, i marciatori per la vita, quell’esercito di becchini che ama marciare sul corpo delle donne e sulle loro scelte, in nome degli embrioni, del sange di cui son sporche le mani degli obiettori di coscienza.
Io non ho pietà per questa gente, non ce l’ho come donna, non ce l’ho come donna che ha abortito sia per scelta che per obbligo (come donna che ha conosciuto entrambi quei dolori e sa conviverci ogni suo istante) e come – soprattutto- madre.
Nessuna pietà come loro non l’hanno avuta per me. Per me e per le mie sorelle, madri e figlie.
Proprio il 12 maggio poi, una data simbolica, dolorosa ed importante per questa città e soprattutto per le donne di questa città: l’anniversario di un’enorme manifestazione per il divorzio, finita con il corpo di una ragazza a terra, ammazzata dal piombo di una pistola di Stato: Giorgiana Masi.
Proprio il 12 maggio a loro è permesso “marciare”, mentre la questura vieta il corteo in ricordo di Giorgiana e contro questo scempio medievale che è anche solo la loro esistenza.

Comunicato stampa 8/5/2013

La Questura di Roma vieta il corteo in ricordo di Giorgiana Masi e contro il femminicidio.

Dopo 2 giorni di trattativa con la Questura di Roma, i gruppi e le associazioni di donne, i collettivi autorganizzati e liberi individui, promotori della giornata del 12 maggio in ricordo di Giorgiana Masi, contro il femminicidio e in contestazione alla “Marcia per la vita” convocata dall’oltranzismo cattolico, ricevono il divieto di manifestare in qualsiasi luogo adiacente al percorso della marcia. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come l’operato delle forze dell’ordine sia asservito ai poteri del governo cittadino e allo stato del vaticano, nascondendo una marcia tutta politica sotto le vesti di manifestazione sportiva, e adducendo motivi di ordine pubblico.

Giorgiana Masi come centinaia di persone il 12 maggio del 1977 erano in strada sfidando, anche quella volta, il divieto di manifestare. Oggi come ieri saremo nelle strade del centro di Roma, partendo da Piazza Campo de Fiori fino ad arrivare a Ponte Garibaldi.
Con o senza autorizzazioni noi costruiremo la nostra giornata.
La nostre vite sono autodeterminate e la nostra rabbia non si placa.

Giovedì 9 maggio ore 18 assemblea pubblica a piazza Sonnino

Il 12 maggio tutti e tutte in piazza!

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