Vi avevamo promesso che avremmo riportato sul blog i vari materiali usciti dall’assemblea nazionale delle donne “La vita siamo noi” che si è tenuta a Roma qualche settimana fa.
Eccovi per intanto una prima bozza del report del gruppo di lavoro sul CORPO
Il punto centrale che ha caratterizzato la maggior parte degli interventi proposti nel tavolo sul corpo è la questione dell’autodeterminazione femminile. La posta in gioco che è stata sollevata nel dibattito su sessualità, obiezione di coscienza, maternità e pillole, è stata proprio la libertà di scelta femminile, pratica e affermativa. L’autodeterminazione per noi non è solo un diritto, ma un modo di stare al mondo.
La discussione è stata molto piena e ricca. Proponiamo una sintesi che prova a declinare la questione dell’autodeterminazione in tre punti, per indicare di volta in volta le proposte pratiche e politiche, che partano da mobilitazioni dal basso, agite direttamente dalle donne.
1. Sessualità. Siamo partite da un’interrogazione che ha provato definire come si è modificata la percezione del proprio corpo e del sé. Ci siamo domandate quale è il livello di informazione rispetto alla sessualità, ai consultori e ai servizi.
Partendo dalle inchieste concrete e dalle esperienze in presa diretta ciò che si osserva è che rispetto alla sessualità e al corpo la confusione e la disinformazione sono i tratti che caratterizzano tutta una fascia generazionale che comprende non solo le adolescenti, ma anche donne più adulte. In Italia c’è una contraddizione tra la “liberalizzazione” sessuale e la paura della sessualità della donna. La sessuomania nasconde in realtà una profonda fobia del sesso e della sessualità, che produce forte disorientamento e solitudine nelle donne.
Il potere ci propone la figura di una donna, madre, lavoratrice perfetta, identificando così il problema della salute con quello del benessere e del fitness, modello a cui tutte le donne si devono adeguare. Serve un nuovo immaginario delle donne e della vita che siamo! Dobbiamo opporre alla rappresentazione, il nostro corpo e la nostra sessualità!
Occorre continuare e implementare il lavoro di informazione e di controinformazione, facendo delle inchieste e delle assemblee dentro i consultori, ma anche dentro le scuole e tutti i luoghi di socialità.
Infine bisogna guardare alle nuove forme di vita e di sessualità: In Italia ogni anno si vendono 380.000 confezioni di Norlevo, la pillola
del giorno dopo. Vogliamo lanciare una campagna e una raccolta di firme che richieda la pillola del giorno dopo come farmaco da banco, così come già avviene nel resto dell’Europa.
2. Consultori, Salute, Obiezione di Coscienza. L’autodeterminazione è fortemente legata con la lotta contro le attuali proposte di legge sui consultori, perché la forma di servizio che ci vogliono proporre – spesso ridotta ad una funzione poliambulatoriale – non corrisponde ai nostri bisogni e ai nostri desideri. Al centro del discorso politico viene posta la famiglia e la difesa del feto. Ma i modelli che ci vengono assegnati, sia quelli femminili, che quelli relazionali, non ci corrispondono più. Occorre fare delle vere e proprie campagne sulla riappropriazione del corpo e della soggettività.
Il consultorio, che negli ultimi anni, viene utilizzato solo come servizio di emergenza deve recuperare la sua funzione di prevenzione.
Più in generale: non dobbiamo fare la guardia a dei bidoni vuoti. I consultori devono essere reinventati!
Dobbiamo continuare a difendere la legge 194, riattualizzandola e problematizzando il ruolo sempre più diffuso obiettori di coscienza. Cominciamo con il dire che l’obiezione è sospensione volontaria del lavoro, che viene utilizzata sistematicamente nelle università e negli ospedali per garantire la carriera dei medici. Vogliamo lanciare una campagna contro l’obiezione di coscienza, fatta di azioni, informazione e manifestazioni, che attraversi i consultori e gli ospedali.
3. Medicalizzazione e Maternità. Mentre la famiglia è al centro di tutti i discorsi politici che riguardano la salute, la maternità, molto spesso non viene garantita e salvaguardata come desiderio e libera scelta femminile.
Il femminismo storico ci ha spiegato perché slegare sessualità e maternità, affermando autonomia e consapevolezza. Questa indicazione importante deve essere ripresa e anche attualizzata. La sconfitta rispetto alla legge 40 sulla fecondazione assistita ha segnato una battuta d’arresto per tutto il movimento delle donne. La fecondazione assistita è maternità senza sessualità. Questo fatto indica una trasformazione avvenuta nel contemporaneo. Quando si parla di maternità, di parto e di aborto, dovremmo pensare come si torna ai modi di sentire concreti, fuori dagli schemi di medicalizzazione che ci vengono imposti e senza alcuna delega.