Lunedì 19 novembre si è svolta la seconda udienza del processo che vede come imputato Francesco Tuccia, il militare accusato di aver violentato una studentessa fuori da una discoteca dell’Aquila.
Durante l’udienza è stato incriminato uno dei due militari che erano con Tuccia quella sera (il figlio del vice commissario di PS) per falsa testimonianza e calunnia. Verranno acquisiti gli sms scambiati tra lui e gli altri e si spera in questo modo di aprire uno spiraglio che permetta di inquadrare quanto è avvenuto in un contesto più ampio di omertà.
Eravamo una cinquantina quella mattina compagne femministe e centri antiviolenza di Roma e dell’Aquila e l’associazione 8 Marzo di Tivoli fuori dal tribunale. Abbiamo appeso diversi striscioni sui cancelli del tribunale che recitavano : ” con o senza divisa guai a chi ci tocca” e ” per ogni donna stuprata e offesa, autodifesa”. Altre due iniziative si sono svolte in contemporanea quella mattina, una a Bologna e l’altra a Vienna.
Alla fine del pomeriggio la madre della ragazza ci ha chiamate per ringraziarci e per spiegarci quanto per loro sia una fonte di forza la nostra presenza in queste giornate molto difficili da affrontare, rese ancor più pesanti dall’arroganza in aula dell’avvocato della difesa.
E’ importante non lasciarle sole in un contesto così complicato come quello aquilano dove la presenza dei militari è quotidiana e opprimente. Ricordiamoci che Francesco Tuccia era presente nel territorio all’interno dell’operazione “strade sicure”.
Dall’Aquila alla Val di Susa lo stato arresta e stupra.
La prossima udienza si terrà giovedì 10 gennaio.