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Nella calza della Befana… nuovi incarichi e carbone

Il presidente della provincia di Torino, Antonio Saitta, annuncia, quasi alla chetichella e complice il lungo ponte dell’ Epifania, di aver deciso una nuova nomina per quanto riguarda la figura della consigliera di parità, esautorando la consigliera in carica, Laura Cima, designata nel 2001, a favore di Gabriella Boeri.

Precisiamo subito che non siamo, e non intendiamo essere, sostenitrici di candidature né tantomeno ci può interessare, in questa sede, appoggiare l’una o l’altra: a noi preme, ancora una volta, proporre una riflessione a partire dall’analisi di quella che è, evidentemente, una tendenza che in Piemonte è in pieno e attivo svolgimento, vale a dire la costante, puntuale e cadenzata introduzione di esponenti del mondo cattolico entro la sfera pubblica, in particolare in settori fortemente connotati sia politicamente sia simbolicamente…si pensi ai consultori e, appunto, alle pari opportunità.

In questo caso particolare il riferimento, l’ambito di provenienza, è quello delle Opere Femminili Salesiane, associazione che appartiene ad una organizzazione notevolmente e notoriamente influente e prestigiosa, i Salesiani di Don Bosco, di tradizione e potere considerevoli, in particolare a Torino, ma ben radicata e presente in tutta Italia.

Val la pena a questo punto ricordare che la consigliera di parità, peraltro pubblico ufficiale, è la figura preposta all’accertamento di eventuali discriminazioni che si verifichino sul posto di lavoro  in ragione del sesso, deve inoltre segnalare all’autorità giudiziaria i reati di cui venga a conoscenza e ha una serie di funzioni e compiti rilevanti e concreti: promuove azioni correttive e di garanzia contro le discriminazioni, collabora con le direzioni provinciale e regionale del lavoro per rilevare violazioni alla normativa in materia di parità, sostiene le politiche attive del lavoro e la formazione per la realizzazione delle pari opportunità e, naturalmente, individua le risorse finanziarie necessarie ad attivare tali azioni sul territorio.

Ancor più significativo, soprattutto alla luce delle recenti riforme del diritto del lavoro, e si fa riferimento al Collegato Lavoro, è il ruolo che la consigliera di parità ricopre nel caso in cui si rilevi una discriminazione, infatti può proporre il tentativo di conciliazione oppure agire in giudizio in funzione di Giudice del lavoro: scardinato il principio chiave su cui era fondato il diritto del lavoro italiano, ossia il principio di favore del lavoratore, e ben conoscendo la condizione di costante ricattabilità delle lavoratrici, si pensi semplicemente alla maternità, ci si chiede che peso, valore ed efficacia abbia e possa avere per il futuro, questa nomina.

E davvero è importante chiederselo oggi, a Torino, a due giorni dal referendum a Mirafiori.

Certo le dichiarazioni riportate dai media non sono incoraggianti: il presidente Saitta motiva la scelta con la necessità di operare un cambiamento, e certo pare un po’ debole come motivazione, la neo designata Boeri, da parte sua, presenta d’autorità la propria preparazione: un, un!, progetto sul tema realizzato in collaborazione con gli enti locali territoriali.

Nel corso degli ultimi anni, in effetti, le Opere Femminili Salesiane hanno partecipato a gruppi di lavoro e contribuito a svolgere studi e verifiche nell’ottica di valutare, analizzare e promuovere politiche di parità e pari opportunità in vari settori, definendo anche strategie di intervento con i diversi attori e soggetti coinvolti sul territorio e presentando relazioni conclusive anche di interesse.

Non è difficile, peraltro, essere d’accordo con progetti in cui viene dichiarata la necessità di vigilare contro le discriminazioni di genere o a favore di una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica ed economica, meno facile capire come mai, se si va un po’ più a fondo, per esempio leggendo i documenti pubblicati sul sito delle Opere Femminili Salesiane, tutto questo quasi sparisca, per lasciare spazio e visibilità a quanto costituisce la reale, e ovvia, sostanza fondante e simbolica dell’attività dell’associazione: educazione, formazione e opere nella prospettiva di un progetto di vita cristiana.

E naturalmente gli strumenti attraverso i quali realizzare tale progetto si strutturano in scuole, corsi di formazione e di avviamento al lavoro, missioni, oratori, case di accoglienza, case famiglia, comunità alloggio e centri di spiritualità… insomma una rilevante, e proficua, dimensione economico- sociale che non stupisce un presidente di provincia ex democristiano abbia voluto ufficialmente riconoscere e premiare, negli stessi giorni in cui veniva presentato il controverso piano sanitario di Roberto Cota, presidente della Regione e vicinissimo agli ambienti cattolici più reazionari.

Sarà, ancora!, una coincidenza che Saitta abbia nominato consigliera di parità un’esponente di quelle Opere Pie Salesiane sul cui sito è pubblicato un documento contro la diagnosi prenatale e contro l’aborto terapeutico firmato da Scienza e Vita, comitato presieduto da Paola Binetti e nel cui esecutivo compare Carlo Casini, il presidente del Movimento per la Vita, i cui attivisti Roberto Cota vuol far entrare nei consultori pubblici?

Sono troppe coincidenze che coincidono, diceva Totò…

Posted in anticlericale, autodeterminazione.