Dalla condizione delle donne in epoca fascista affrontata nella scorsa puntata, passiamo a discutere di Nuove Destre dal punto di vista delle militanti donne. Si tratta di un passaggio chiave per “capire” la destra oggi, nell’occidente industrializzato piegato dalla crisi, attraverso la lente di ingrandimento del ruolo e del significato attribuito alle donne dal punto di vista sociale, culturale ed economico, ruolo che si configura probabilmente come l’indicatore più potente e puntuale per la lettura della contemporaneità, anche a prescindere dal colore politico.
Dalla Grecia, con Alba Dorata che ha intensificato la propria presenza nei quartieri di Atene, e non solo, con particolare attenzione alle aree che maggiormente soffrono le politiche di austerità imposte al paese dall’Unione Europea: a bussare alle porte delle case dei greci sono soprattutto militanti donne che alle donne si rivolgono. Offrono aiuti e sostegno concreti: abiti, medicine, libri di scuola e cibo, e chiedono una partecipazione alle attività di assistenza e soccorso organizzate nel quartiere.
Da un lato, quindi, rintracciamo il riconoscimento di un valore forte attraverso un compito notevole che viene affidato alle militanti: prestare il proprio corpo di donna ad incarnare una sorta di biglietto da visita dell’organizzazione di riferimento, nonché dei valori e degli ideali che la reggono, assicurando in questo modo la visibilità concreta della stessa organizzazione sul territorio; dall’altro il riconoscimento del valore che ha la donna al di là della cui porta si bussa: individuarne ed accreditarne la mansione di amministratrice della casa, e potenzialmente della comunità di prossimità, di fondamento della famiglia e di dispensatrice di aiuto tangibile in un momento epocale di crisi. Un risalto fittizio e del tutto illusorio che lega i movimenti di destra in tutto il continente europeo, e che spiega anche, non completamente certo, l’ingresso massiccio delle donne in essi, soprattutto nel Nord e ad Est.
Identità nazionale, ossessione demografica, uguaglianza tra emigrazione e degenerazione sono le linee guida dei programmi di organizzazioni italiane come CasaPound e Forza Nuova, che ,in modo del tutto coerente con quanto osservato nelle politiche sessuali e familiari del Ventennio, mirano dritto al cuore della libertà e dell’autodeterminazione delle donne, che devono essere lavoratrici part-time e madri per forza, possibilmente di molti figli, razzialmente puri. Citiamo dal progetto “Tempo di essere madri” di Casapound”:
“al centro della proposta Tempo di Essere Madri il ruolo della donna nella sua interezza e completezza, nella sua essenza più bella, nella grande potenzialità umana e sociale che esprime. Al centro della proposta il bambino che merita amore ed attenzione e che ha bisogno di essere seguito dalla famiglia nel proprio percorso di crescita”.
L’infiltrazione dell’estrema destra nei movimenti antiabortisti è fortissima ed è elemento che merita attenzione…come merita attenzione il fatto che aborto e maternità siano sempre al centro dei programmi di questi schieramenti politici. Sul corpo delle donne si gioca una battaglia importante, proprio perchè la donna ha in mano il potere riproduttivo, di conservazione e mantenimento della stirpe.
Dalla Grecia, passando per l’Italia, arriviamo in Francia, per un’operazione di “smascheramento” di Marine Le Pen, anche attraverso la letteratura a lei dedicata: il Front National che si rifà il trucco per sedurre il ceto medio. L’immagine della figlia preferita di Le Pen si rivela la carta vincente per la preoccupante avanzata di un partito razzista e classista, al di là della retorica populista “nè di destra nè di sinistra” attraverso la quale il Front National cerca di imporsi come fattore di rottura del tradizionale bipolarismo d’oltralpe.
Anche Fratelli d’Italia in terra nostrana ha puntato moltissimo sulla faccia pulita – o meglio ripulita – di una donna…Giorgia Meloni, il cui viso è stato addirittura ritoccato per farla sembrare più bella nei suoi nuovi poster elettorale. Pelle levigata, via le occhiaie…Uno sguardo e un viso molto diverso rispetto all’originale…Tra l’altro in un’intervista uscita di recente la LePen ha deciso di sostenere apertamente proprio la Meloni nella sua campagna elettorale…una nuova alleanza tutta al femminile…
Per la rubrica “Storie di donne”, concludiamo questo mese d’Aprile dedicato alla Resistenza, con la storia di Liberina Lucca, partigiana piemontese.
Per acoltare la puntata, trovate qui la prima parte:
il colpo della strega_28aprile2014_primaparte
e qui la seconda: