Riceviamo dalle compagne della Coordinamenta di Roma
Sabato alle ore 11.00 sotto Rebibbia Femminile, al pratone in fondo a via Bartolo Longo
SIAMO RINCHIUSE IN UNA GABBIA A CIELO APERTO, FATTA DI PAROLE CORROTTE E SEGNALI STRAVOLTI, FATTA DI QUOTIDIANE ESPROPRIAZIONI DI PEZZI DELLA NOSTRA VITA E DELLA NOSTRA IMMAGINAZIONE , UNA GABBIA CHE HANNO COSTRUITO PER NOI E CHE HANNO CHIAMATO “NORMALITÀ”.
La nostra “normalità” è così l’esecuzione automatica, inconscia, di gesti quotidiani che sono programmati da qualcun altro. Le nostre giornate sono piegate alle esigenze di un sistema produttivo che succhia costantemente le nostre risorse e non dà indietro nulla, ad eccezione delle macerie.
Siamo costrette/i in doveri e divieti sempre più capillari che aspirano a regolare ogni nostro comportamento, dal più privato al più pubblico. Vorrebbero farci correre sulla ruota come i criceti, con l’illusione di arrivare da qualche parte e, se non ci adeguiamo a questo circo di sfruttamento ci pensa l’apparato repressivo a metterci in regola.
Questo presente fatto di galere con le sue quotidiane violenze, assordanti anche quando sono silenziose, viene spacciato come il migliore, oppure come il meno peggio, in ogni caso come unico esistente, costruendo in questo modo l’ultima delle gabbie: la rassegnazione.
IN QUESTA OPERAZIONE PROGRAMMATA SVOLGONO UN RUOLO IMPORTANTE LA SOCIALDEMOCRAZIA E IL RIFORMISMO, comprese le componenti femminili, che nelle reti della comunicazione quotidiana fanno la guerra alla memoria e all’identità del movimento femminista, manipolandone la storia, strumentalizzando l’oppressione di genere, di razza, i diritti umani….falsificando la lettura della società e tentando di farne dimenticare la struttura e la divisione in classi. Creano, così, una società che fa dell’antirazzismo-razzista, dell’antisessismo-sessista e della strumentalizzazione dei diritti umani il grimaldello per addomesticare le coscienze.
Vorrebbero addomesticare anche le nostre lotte, e se il tentativo fallisce arrestarle attraverso il braccio della legge. Vorrebbero poi farci fare processioni per chiedere qualche grazia che una volta elargita sarebbe comunque un atto di potere e come tale, con lo stesso atto, potrebbe essere tolta.
CONTRO QUESTO MISERO PRESENTE lottiamo fino all’ultimo respiro, opponiamo pratiche di conflitto su tutti i terreni dello scontro: riappropriandoci di ciò che ci spetta, ma anche di una visione del mondo diversa e incompatibile con quella attuale, ci riappropriamo anche delle parole e dell’immaginario.
LA MISURA DELLA NOSTRA FORZA È, COME LA VAL DI SUSA CI INSEGNA, LA CAPACITÀ DI PENSARE E PRATICARE UN MODO DIVERSO DI VIVERE, percorrere strade di liberazione che passano anche dai legami solidali che intrecciamo.
LA NOSTRA LEGITTIMITÀ NASCE DAL BASSO, MENTRE LA LORO LEGALITÀ È VIOLENZA!
Per questo siamo state nel nostro percorso verso l’8 marzo
– il 15 febbraio a Ponte Galeria per “Spezzare la normalità dei Cie” perchè nessuna/o dica non sapevo, non pensavo, non credevo….perchè la detenzione per condizione e non per reato apre scenari impensabili di controllo sociale…quello che tocca ora alle migranti e ai migranti irregolari, può capitare a chiunqu* non sia gradit* al sistema…..
-tra il 17 e il 23 febbraio Femministe No Tav perchè una Valle deve poter decidere del proprio destino, perchè l’autodeterminazione della Val di Susa è la nostra autodeterminazione, perchè è proprio questo che è inaccettabile per questo sistema capitalista e patriarcale, nessuna/o deve poter decidere della propria vita….
-il 23 febbraio davanti a Rebibbia Femminile a salutare Chiara e tutte le detenute là dentro perchè la legalità di questo Stato è violenza e si esplica contro tutt* quell* che osano anche solo pensare di poter decidere del proprio destino……
-il 1 marzo al Fronte del Porto a confrontarci sulla necessità di ribadire la natura strutturale dell’oppressione di genere e sulla
necessità del separatismo……
E’ per tutto questo che il nostro 8 marzo vuole spezzare la “normalità”, cercare, scoprire, trovare, creare, crepe, fessure, squarci…nell’esistente che ci permettano di aprire scenari e immaginari oltre la ragionevolezza, oltre la possibilità…..
E’ per questo che gridiamo a gran voce che la vostra legalità è violenza!
e sabato alle ore 11.00 saremo a Rebibbia Femminile, al pratone in fondo a via Bartolo Longo per un 8 marzo con chi è privata della libertà.
Coordinamenta femminista e lesbica-Roma
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