Con il labbro strappato via a morsi, ma è colpa della droga che arriva dagli Stati Uniti e che ti trasforma in un cannibale…Naturalmente il labbro massacrato appartiene ad una giovane donna e il cannibale è il suo compagno…un appartamento a Genova, botte e zombie…
Buttata in mezzo alla strada, in un lago di sangue, nei pressi di una stazione, ma è a causa dell’alcool…Naturalmente consenziente a un rapporto sessuale all’aperto, tra le macchine, la giovane turista australiana proprio una serata così sperava di trascorrere a Roma…
Sopravvissuta grazie alle temperature polari e all’abbraccio della neve aquilana…naturalmente è così che qualsiasi studentessa sogna di concludere una giornata sui libri…con un ginecologo dal volto terreo che non ha il coraggio di dire esplicitamente davanti ai microfoni quello che abbiamo capito tutte benissimo e che non ripeteremo…
A quindici anni una notte bianca, seppur nel minuscolo paesino che conosci benissimo, è pur sempre un evento…Naturalmente è così che doveva andare, con un amico che ti accompagna a fare una passeggiata e ti stupra in un vicolo…ma in effetti tutta la comitiva aveva bevuto un po’ troppo…e lui è un ragazzo tanto perbene…
Verrebbe solo voglia di tacere. Non scrivere. Non leggere.
Non per rabbia, non per impotenza, non per abitudine: a volte, semplicemente, perché stai male.
Sei tu, siamo noi, la giovane con il volto tumefatto, la turista aggredita, la studentessa dilaniata, la ragazzina violentata.
Se pure chiudi gli occhi un attimo per lasciare che passi questo dolore sai che non te lo puoi permettere, non finché continuerai, continueremo a leggere o a sentire di ragazzi normali, di rapporti sessuali magari un po’ violenti ma graditi, di baci e carezze che non possono diventare stupro se quei baci e quelle carezze hai prima condiviso e scambiato, di pillole che trasformano in mostri da film dell’orrore…
C’è una parola che dice tutto questo, una parola che ha in sé le lotte delle donne contro ogni forma di violenza di genere, affinché questa sia sempre riconosciuta come tale senza ombre senza scuse senza distinguo, dall’America latina all’Europa, dall’Africa agli Stati Uniti, ed è femmininicidio.
Usiamola.
Usiamola ma non da sola: che non diventi comoda etichetta per definire, di due, una sola parte, quella della vittima… che non si trasformi in un marchio a rischio di mediatica semplificazione, per designare, di due, solo chi subisce e non chi agisce la violenza …
Lo chiamiamo, a ragione, femminicidio, ma “quel” femminicidio è stupro, una donna stuprata, uno stupratore, “quel” femminicidio è aggressione, una donna aggredita, un aggressore, “quel” femminicidio è omicidio, una donna ammazzata, un assassino.
Per ogni donna stuprata e offesa… siamo tutte parte lesa.
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