Per il 22 settembre prossimo è stata promossa dal ministero della Salute una giornata nazionale di “informazione sulla fertilità”. Il primo Fertility Day si svolgerà a Roma, Bologna, Catania e Padova “per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione”, dicono, il cui scopo è senza troppi giri di parola, quello di mettere in evidenza, “prima che sia tardi”, il pericolo che potrebbe investire una donna che rimane senza figli, un rischio per lei e per la collettività. Una campagna di incentivo alla procreazione che di fatto riannoda una continuità con le parole e le immagini del fascismo e che ci ricorda che il governo della vita è il terreno sul quale il neoliberismo sta da tempo dando il meglio di sé. Il corpo delle donne ancora terreno di battaglia e baluardo delle retoriche familistiche. Una campagna mediatica che è un attacco ai corpi e alla libertà di scelta.
L’obiettivo del PNF, d’altronde, è manifesto: educare le giovanissime donne e i giovanissimi uomini attraverso una propaganda che renda di nuovo desiderabile riprodursi. Perché è di questo che si tratta, di orientare i desideri in direzione della ri-produzione biologica e sociale, economica e politica. Non sprecare in giro i tuoi gameti, non indugiare in rapporti non eterosessuali, la sopravvivenza della nazione conta su di te! Questa azione del governo non è forse il più grande e, finalmente, esplicito appello performativo alla tenuta dell’eterosessualità anche, o meglio, proprio, nell’ora in cui le trasformazioni culturali, la crisi, nonché gli stessi tagli del governo alla spesa pubblica, mettono a dura prova la sua resistenza?
Le nostre riflessioni intrecciate a contributi e articoli pubblicati in rete e sulla carta stampata.
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