Il volantino che distribuiremo domani in piazza in occasione della giornata nazionale delle lotte in solidarietà con il Movimento NoTav.
NESSUNA CRIMINALIZZAZIONE PUO’ FERMARE LE LOTTE!
- CIRCA 600 IMPUTATI ED IMPUTATE
- PIU’ DI UN MIGLIAIO DI INDAGATI/E
- DECINE DI PERSONE SOTTOPOSTE A RESTRIZIONI DI VARIO TIPO: carcere, arresti domiciliari, firme, obbligo o divieto di dimora, foglio di via
- RISARCIMENTI PENALI DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO
- UN PROCESSO CONTRO 53 NOTAV CONDOTTO IN UN’AULA BUNKER
Questo a grandi linee l’incredibile bottino della Procura di Torino, impegnata con la Questura e i media mainstream in una continua ed incessante opera di criminalizzazione di un movimento che lotta contro la devastazione del proprio territorio, lo spreco di denaro pubblico, la costruzione di un’opera inutile e dannosa.
Un movimento che di fatto lotta per tutte e tutti noi, in nome di una società più giusta e di un mondo che rispetti i bisogni reali delle persone, contro le perverse logiche del profitto e del mercato.
Un popolo intero che alza la testa e vuole decidere, scegliere, autodeterminarsi. E per queste ragioni va evidentemente e platealmente punito.
Oggi il Movimento No Tav è colpito con accuse tanto pesanti quanto infondate, come quella di terrorismo che minacciano l’agibilità politica di ogni lotta costruita dal basso, condotta con spirito di autodeterminazione, autogestione e azione diretta. Dalle lotte per il lavoro e il diritto alla casa, a quelle per il reddito e la terra…lotte per la propria autodeterminazione e per la libertà di scelta sulla proprie vite. Lotte che noi donne conosciamo particolarmente bene proprio perché da sempre colpite sulla nostra pelle, attraverso i nostri corpi da istituzioni cieche, sorde e rapaci che vorrebbero controllarci, reprimerci, criminalizzarci in una società che non esita ad avocare a sé il monopolio della violenza e la gestione del potere.
Siamo assassine quando abortiamo, poco di buono perché rivendichiamo spazi di autonomia, e la violenza in fondo ce la cerchiamo perché impariamo a dire di no e a voler scegliere da sole….
E se poi si scopre che siamo pure No Tav e usciamo di casa per andare ai cortei, il minimo che ci possa capitare è che qualche sbirro solerte ci insulti e ci metta le mani sulle tette o tra le cosce per farci sentire tutto il suo disprezzo.
Violenza sulle donne e violenza sulla terra. Un legame duro da spezzare quando si parla di autodeterminazione, bisogno di libertà, pretesa di autonomia.
La terra, i saperi, la vita, la morte…impedirne l’appropriazione in nome del profitto è un modo che soprattutto le donne hanno per mettersi in gioco. Quando pensiamo alla violenza pensiamo di solito alla violenza contro noi stesse, la Valle e noi tutte diamo un esempio diverso: se la violenza di una divisa che occupa la tua terra è certa e chiara, altrettanto chiara e naturale sarà la reazione. Il taglio di una rete, la violazione del cantiere, il lancio di una pietra: siamo a un passo dal riconoscere che possiamo respingere il corpo estraneo, sia esso un uomo che violenta picchia o uccide, sia esso lo Stato.
La lotta delle donne contro l’alta velocità è rabbia delle donne senza vittimismi, è il rigetto degli stereotipi, è chiedersi: ”io cosa sono disposta a fare per uscire da quel cantuccio in cui mi vogliono relegare?”, è cambiamento di sé e degli altri e cambiamento di segno nella presa di coscienza della propria forza.
Non è, solo, opporsi al treno: questo le donne lo sanno bene, e lo sanno di più, perché opporsi al capitalismo che si fa strada scavando le montagne e violentando terra e comunità per noi vuol sempre dire opporsi all’ordine sociale patriarcale del possesso.
LIBERTA’ PER CHIARA, CLAUDIO, MATTIA, NICCOLO’
LIBERE TUTTE, TUTTI LIBERI