Segnaliamo un articolo uscito su La Repubblica di mercoledì 12 ottobre 2011. A seguire la riflessione e il commento di una nostra amica ginecologa…
A questo link invece un nostro commento postato a giugno.
Primo sì alla pillola dei 5 giorni dopo: “Ma serve il test di gravidanza”
ROMA – La commissione tecnica (Cts) dell’Aifa dà il via libera alla pillola dei 5 giorni dopo in Italia ma chiede che prima di prenderla le donne facciano, come indicato dal Consiglio superiore di sanità, il test di gravidanza con l’analisi del sangue. Uno dei punti su cui si erano concentrate le polemiche viene dunque confermato dall’agenzia del farmaco. La pillola non dovrebbe arrivare in farmacia prima dell’inizio del 2012. La pratica infatti ora passa al Cda dell’Aifa, che dovrà dare il suo ok e disporre la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Infine all’azienda produttrice di “EllaOne”, la Hra Pharma, toccherà chiedere i bollini per le confezioni. La richiesta di autorizzazione della pillola, già diffusa in molti paesi, in Italia è stata presentata ben 2 anni fa.
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Alcune considerazioni a proposito della pillola dei giorni dopo…
Come è ovvio le difficoltà all’immissione in commercio e ad una futura utilizzazione nella nostra ‘serva Italia’ sono dovute alla presenza del Vaticano che dagli sciagurati patti mussoliniani del ’29 (rinnovati poi da Craxi) condiziona , non solo nelle coscienze individuali, ma negli atti e nei fatti lo stato italiano, per nulla laico ma ipocritamente (perchè non dichiarato) confessionale. Nei confronti dei diritti di emancipazione delle donne viene sempre posto in atto un perfido sadismo: nel caso in questione la necessità di un test di gravidanza eseguito su prelievo ematico.
L’ormone specifico dei primi mesi di gravidanza viene prodotto dalle cellule dell’uovo fecondato (trofoblasto) che daranno origine alla placenta, nel momento in cui esso si impianta nell’utero. Il termine esprime benissimo il processo che avviene: è proprio un mettere radici, come le piante nella terra, per avere nutrimento.
Ora, l’impianto avviene al 7° giorno dalla fecondazione e se non ci sono le condizioni favorevoli, non avviene e la gravidanza non esiste né è mai esistita.
Non può esserci una gravidanza che prescinda dal corpo della donna! E qui si aprirebbe il gran capitolo della fecondazione assistita…
Le quantità prodotte sono inizialmente minime e per essere rintracciabili devono superare il limite di sensibilità del test impiegato, ma salgono velocemente col passare dei giorni. La ricerca di tale ormone nel sangue è più precoce e precisa che nelle urine e permette di non avere dei falsi positivi per la reazione crociata con l’ormone simile il cui picco di produzione ogni mese precede l’ovulazione .
Ma l’esame sul sangue, oltre ad essere più costoso, deve essere tecnicamente eseguito in laboratorio. Questo significa che in 120 ore la donna dovrebbe :
– farsi prescrivere l’esame
– trovare un laboratorio che dia la risposta in giornata (credo impossibile) o al massimo in 24 ore (altamente improbabile)
– pagare il ticket e forse per esigenze di rapidità (tutto nel privato) l’esame intero
– trovare un medico disponibile o un consultorio aperto e non oberato di lavoro per la prescrizione ed un minimo di spiegazione su ciò che potrà avvenire nel suo corpo, ma anche accoglienza ed aiuto nel gestire l’ansia, se non talora il panico, che insorge alla sola ipotesi di una gravidanza indesiderata.
SE NON E’ SADISMO QUESTO!
Credere alla donna sulle date che dichiara, spiegarle i pro, i contro, le possibilità di successo ed insuccesso, ciò che si sa e ciò che ancora non si sa e che poi sia lei a decidere, perché comunque la gravidanza sì o no, con qualunque esito ‘bono o malo’ sarà sempre lei ad accoglierla o a subirla.
Tutto ciò è semplice rispetto dell’ individualità e della soggettività femminile, non ha niente di ‘rivoluzionario’, se non nella mente di ipocriti integralisti che ci “ permettono” di avere un’istruzione e girare senza veli, perché vivono in una società che ha saputo valorizzare (e mercificare) a suo profitto la nostra intelligenza e la nostra bellezza, altrimenti saremmo ancora recluse e per l’87% analfabete!
Come sempre, al di là delle informazioni tecniche e delle osservazioni emancipatrici, si aprirebbero numerose riflessioni e discussioni sulla sessualità, sul corpo, su come viene presentata liberazione ciò che è solo mercificazione e più subdola sottomissione, ecc…
Donne, donne, la strada della liberazione è dura, lunga e complessa e coinvolge in un intreccio inesorabile società, assetto economico e persone nella loro individualità!