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Un’esperienza NoTav: intervista a Giulia Tripoti

di Geni Sardo – Coordinamento Donne Trieste

(Dalla lista nazionale Sommosse)

Nella ricerca costante di pratiche inclusive e di obiettivi condivisi il Coordinamento Donne Trieste  ha continuato negli ultimi anni a fare “politica “unitaria”. Ma questo non sempre è facile da realizzare, sia a livello locale che nazionale.

Ho sempre pensato che le molteplici diversità che da un lato arricchiscono il movimento femminista e lesbico, dall’altro rischiano di produrre un’eccessiva frammentazione ed una visione troppo settoriale delle dinamiche in atto. Si  corre il pericolo di perdere la visione d’insieme e di non individuare gli obiettivi comuni da perseguire.

Per questo sono rimasta colpita dal movimento NO TAV.

Quando ho iniziato ad avere le informazioni sulla TAV, dopo aver sperimentato l’alta velocità sulla mia pelle e con le mie tasche, sono rimasta affascinata dalla quantità di informazioni, studi e approfondimenti che sull’argomento in val Susa sono stati prodotti. Ma soprattutto dalla partecipazione di massa a tale movimento. Io che sono per la massima unità, con percorsi democratici e di coinvolgimento delle persone, guardo alla valle che resiste e a questa lotta come una cosa nostra da divulgare, su cui fare ogni giorno controinformazione e da cui imparare molto.

Tra le persone che condividono questa lotta e che contribuiscono a diffondere la battaglia NO TAV c’è un’artista che mi ha colpito per la profondità delle emozioni che riesce a trasmettere e per la passione del suo impegno politico.

Parlo di Giulia Tripoti, romana, cantautrice, che  ho conosciuto dopo un intenso scambio epistolare e di cui ho apprezzato le canzoni.

Ecco l’intervista che ho realizzato per voi.

Quando ti sei avvicinata alla lotta NO TAV?

Avevo sempre seguito a distanza le notizie in rete, ero andata una volta al presidio di Venaus, ma tutto è cambiato nel momento in cui ho partecipato all’assemblea indetta a Bussoleno, dopo che le forze di polizia avevano sgomberato violentemente la libera repubblica della Maddalena.

Ero arrivata di sera tardi e mi stupii nel trovare, nonostante l’ora, circa duemila persone chiuse in un edificio. Rimasi sbalordita: per me era incredibile vedere gente di tutte le età partecipare attivamente ad una assemblea così numerosa e dove le proposte venivano approvate per alzata di mano!

Ho ripreso alcune scene con la mia macchinetta e mi venivano i brividi per l’emozione. Ho pensato: ”cazzo questa gente sta avanti! In un periodo in cui non si riesce nemmeno a fare una riunione di condominio loro stanno qui, di notte, per decidere delle azioni future!” (non sapevo  fosse la norma).

Quali sono state le tue impressioni?

Mi sono trovata catapultata in un mondo che pensavo non esistesse più. Sai quante volte ho pensato “ non c’è futuro, non c’è soluzione, la gente non si sveglierà mai e si andrà verso il declino totale”. Ero pessimista, proprio perchè stufa di ciò che vedevo a Roma fino ad un po’ di tempo fa, dove quasi ogni giorno c’era una manifestazione e non sapevi più per cosa! si rischia di far perdere fiducia nella lotta di piazza!

Hai potuto renderti conto delle ragioni dell’opposizione alla TAV all’assemblea di Bussoleno?

Dopo aver ascoltato gli interventi potei parlare con alcuni dei presenti che erano informatissimi e mi diedero spiegazioni molto precise. Era solo l’inizio! All’assemblea si decise, tra le tante cose,  di fare una fiaccolata a Susa e come per miracolo vidi arrivare migliaia di persone la sera dopo tra le vie del bellissimo borgo. Da lì mi è venuta la parte della canzone in cui dico: ”questa valle è questa piazza, è questi fuochi, è questi passi, è queste voci, è questa resistenza culturale“ e non a caso le immagini del video sono proprio dell’assemblea e della fiaccolata.

Sei andata alla manifestazione nazionale del 3 luglio?

Sì ed è stata una vera avventura! La sera prima avevo suonato a Gagliole, in un paesino di montagna delle Marche, per l’ANPI e alla fine del concerto (tra i saluti del pubblico che mi gridava NO TAV! NO TAV!) mi avevano accompagnata in tutta fretta alla stazione di Ancona dove ho perso il treno per Torino… poi ho perso un’ altra coincidenza e sono riuscita ad arrivare a Torino solo in tarda mattinata completamente stravolta. Da lì siamo arrivati a Chiomonte appena in tempo per vedere da lontano gli effetti dei lacrimogeni che tiravano nel bosco. Raggiungiamo la centrale, parliamo con un po’ di gente (era strapieno) dopo di che accennano l’assalto alle reti e cominciano ad arrivare i lacrimogeni. Per 4 ore abbiamo fatto avanti e indietro per la strada (io non avevo neanche i limoni), ma era importante la nostra presenza, dovevamo rimanere! Lì, per la prima volta, ho sentito la BATTITURA! Questo ritmo martellante che ti entra dentro e non ti molla più. La battitura sarà alla base dell’ispirazione della mia canzone.

Dopo un po’ di giorni ho potuto scrivere la canzone, l’ho spedita al sito NO TAV come regalo per tutte queste persone che mi hanno ridato la speranza di un futuro migliore. Ho ricevuto tantissimi ringraziamenti, mi hanno scritto delle mail piene di affetto sincero, alcune dicevano “il NO TAV è nel nostro DNA, ma sentito da te ci entra nelle viscere”. Mi sono sentita come a casa, è nato un rapporto d’amore con la Valle che resiste.

E quando ci sei tornata?

Ci sono tornata quando ho organizzato a Chiomonte un evento/concerto a sostegno della lotta NO TAV. Sono riuscita a portare con me romani che non erano mai stati nella valle. Lo scopo del viaggio consisteva nel guardare, parlare, comprendere e riportare a Roma ciò che i media non ti dicono. Il concerto (20 agosto) è andato benissimo ed eravamo tutti molto emozionati.

In quei giorni ho assistito poi ad altre assemblee, non solo in valle ma anche a Torino. Si riuniva gente molto diversa, dal giovane all’anziano, dall’anarchico al cattolico praticante, ma tutti uniti per difendere la valle!

C’è anche un’altra ragione per cui sono profondamente legata alla Val di Susa: mio nonno ha fatto il partigiano in Piemonte, è stato ferito, soccorso e nascosto da una famiglia di Agliano. Ho fatto un video il 25 aprile 2010 per far rivedere a mio nonno quei posti, quelle persone ancora in vita, quelle colline che lo avevano nascosto dai fascisti. Quando l’ha visto si è commosso come non mai.

Mio nonno partigiano se n’è andato nel marzo 2011 e non posso dimenticare quello che ha fatto in passato, mettere a rischio la propria vita di ragazzo per regalarmi un futuro. Sono in debito con lui. Ora che mio nonno non c’è più vedo nei valsusini la nuova resistenza, i nuovi partigiani. Se fosse ancora in vita andrebbe a lottare in quella valle e sarebbe in prima linea. Ho stretto un legame con la Val di Susa e ora non la mollo più…ma tutte queste cose preferisco dirle con le mie parole a forma di musica…

Grazie Giulia, la valle che resiste ha trovato una voce in più.

Posted in no tav, pensatoio, resistenze, storie di donne.