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Torna a settembre…

…un mese come gli altri, che si apre come si era aperto agosto, e prima luglio e poi giugno e via così…con un femminicidio…e in attesa di un decreto che imponga agli italiani bambini cattivi di non ammazzare le donne, dopo aver già pensato alle cicche per terra, ai videopoker, alle bibite gassate e al vino…pure MeDea torna a settembre, dopo esser stata un po’ in giro, e vi racconta di donne che lottano, che non si arrendono, donne con le quali abbiamo incrociato strada, parole…un ciao…lo facciamo anche nel nome di Laila e di Sveva: non pietà ma rispetto, non lacrime, ma rabbia…

Patience è arrivata in Italia proprio come immaginiamo. Patience fa le treccine, vende i pareo, tutto il giorno cammina avanti e indietro spiaggia dopo spiaggia, sotto il sole. Patience lascia i tre figli in un giardinetto vicino al municipio con una bottiglia d’acqua, un cellulare e pochi euro, Patience ogni mattina ripete alla più grande, tredici anni, di non mollare un istante i fratellini. Patience dice che l’Italia è uno schifo, che per gli italiani se sei nera sei una puttana, che lei ha preso tante botte e le ha tutte restituite, che l’unico schiaffo che ha dato a sua figlia è stato quando l’ha vista togliere il fratello dall’altalena per far salire una bambina bianca e mettersi a spingerla… dice proprio così,  bianca… ma anche MeDea è bianca!…”Se ci diamo un bacio sei un po’ nera pure tu!” Dice,  e ride…

Cinzia ha capito in fretta che casa sua è casa sua, sta in una via di una città italiana, e non è la Cina.Ha capito che doveva imparare la lingua, andare a scuola, alzare lo sguardo e farsi un’indipendenza. Tutto il santo giorno seduta su una seggiolina di plastica rossa fuori dalla porta d’ingresso del negozio dei genitori, come sua zia, ore e ore al telefono, matrimonio combinato, aprire un altro negozio o un ristorante, l’orizzonte che si chiude tra Cina che non è e Italia di cui non si vuol sapere nulla, no… per lei no. Cinzia detesta la professoressa perché ripete sempre che i cinesi sono portati per la matematica, Cinzia non aspira affatto ad assomigliare alle ragazze italiane ma è felice di conoscere MeDea perché pur non essendo affatto portata per la matematica è una maghetta del computer e ha promesso che scriverà per il blog, così farà esercizio! … magari ci racconterà che cosa vuol dire avere sedici anni ed essersi scelta un altro nome.

Germana quando vede gli operai in televisione, quelli che la fabbrica sta per chiudere, le vecchiette con poche centinaia di euro di pensione, i ragazzi e le ragazze senza lavoro, sta male, male fisicamente, e si arrabbia con se stessa perché si sente debole e la debolezza è un’arma in più che dai al nemico…Germana racconta che lei il lavoro l’ha perso tanto tempo fa e non l’ha più cercato, è tornata dalla madre col figlio che andava in prima elementare, si arrangia come può ma ha scritto un libro…Germana ha scritto un libro che vende in giro, lo propone timidamente, cerca di spiegare, soprattutto a chi vede con un giornale o un libro in mano, che sono racconti, racconti per bambini, storie un po’ paurose scritte proprio da lei!, e ora che non c’è scuola precisa che si porta il figlio dietro per non lasciarlo solo con la madre anziana che chissà che combina, il ragazzino ha l’aria scocciatissima ma le ha dato l’idea per la copertina, una specie di mostro nero contro un paesaggio lunare…Germana dice che quando pensa alla crisi pensa al mostro del suo libro e che se ci mettesse i suoi racconti Monti al posto dei dossier sulla crescita, il fisco, l’euro e compagnia bella, sarebbe la stessa identica cosa… Germana sta zitta un attimo e poi si corregge: no, non la stessa cosa…lei scrive molto ma molto meglio!

 … come promesso… sul blog!… per un autunno ostinato, indomabile, ribelle… come noi.

MeDeA

Posted in autodeterminazione, crisi/debito, personale/politico, storie di donne.

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