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Sebben che siamo…streghe!

31 ottobre 2011. A tutte le streghe, una buona nottata! E per l’occasione vi proponiamo una serie di contributi…

SEBBEN CHE SIAMO…STREGHE!

Leggi nel penultimo dei Proverbi: tre cose sono insaziabili… e la quarta è la vulva che mai dice basta… di qui non deve destar maraviglia che esista tale moltitudine di streghe…

Alcuni dottori spiegano il motivo per il quale si trovino dedite alla superstizione donne in maggior numero di uomini, nel seguente modo. Dicono che tre cose vi sono le quali, secondo la loro natura, sono incapaci a mantener la via di mezzo: la lingua, l’uomo di chiesa e la donna. E queste tre cose, quando eccedono i limiti della loro condizione, toccano l’apice e in un certo senso il grado supremo nella bontà o nella malvagità.

Perciò Crisostomo, interpretando il passo di Matteo, 19, nel quale è detto “non conviene prender moglie”, scrive “ che altro è la donna se non l’opposto dell’amicizia, una penitenza alla quale non ci si può sottrarre, un male necessario, una naturale tentazione, una desiderabile calamità, un pericolo tenuto in casa, una piacevole rovina, una malizia naturale dipinta del colore del bene. Se ripudiarla è peccato, diviene un tormento inevitabile dovendola necessariamente conservare come sposa, perché ripudiandola commetteremmo adulterio e trattenendola dobbiamo sopportare quotidiani cimenti”.
Ma vi sono altre ragioni che spiegano perché la superstizione si trovi più tra le donne che tra gli uomini.

La prima ragione è che esse sono passivamente inclini a credere, perciò il demonio le assale a preferenza, cercando egli soprattutto di corromperne la fede.
La seconda ragione è da attribuirsi alla circostanza che esse, per la malleabilità del loro carattere naturale, più facilmente sono soggette ad essere impressionate, a ricevere le rivelazioni di spiriti esterni.
La terza ragione è che esse hanno lingua lubrica e difficilmente riescono a celare alle amiche le cose che hanno appreso con mala arte e, non avendo di per sé la forza sufficiente, sono facilmente spinte a vendicarsi occultamente mediante malefici.
È più conveniente aver a che fare con un leone o con un dragone che con una donna malvagia.

La donna malvagia per sua propria natura dubita subito nelle verità della fede, così subito è disposta ad abiurare la fede stessa: il che è fondamentale nei malefici.
In quanto poi ad un’altra facoltà dell’anima, cioè alla volontà, essa, quando odia qualcuno che prima amava, arde per ira e impazienza e ribolle di smania, continuamente agitandosi come la tempesta nel mare.
Ed alcune, come incorrono facilmente nella negazione della fede per la insufficienza dell’intelletto, così in secondo luogo escogitano e infliggono a mezzo di malefici e altre nefandezze ogni specie di vendetta, a seconda del disordine dei loro sentimenti e delle loro passioni.
In quanto poi alla facoltà della memoria, esse ne difettano naturalmente e non sanno frenare i loro impeti ma sono da essi trascinati, contrariamente ad ogni suggerimento di pietà e ad ogni consiglio di memoria.
Perciò non è strano se il mondo deve soffrire per la malvagità delle donne.
Basta guardare la stessa origine dei desideri carnali, da cui derivano innumerevoli danni alla vita umana: se realmente non vi fosse la malvagità delle donne, anche non volendo parlare dei loro malefici, il mondo sarebbe infinitamente più bello: la donna è piacevole se la guardi, fetida se hai con lei contatto, mortifera se la frequenti!
Vediamo inoltre un’altra sua proprietà: la perfida soavità del discorso. Poiché come è mendace per sua natura, così lo è anche nel parlare; mentre diletta, punge, e la sua voce può essere paragonata al canto delle sirene, che con dolce melodia attraggono i viandanti e li uccidono. Ma li uccidono anche se svuotano loro la borsa, distruggono le loro forze e li spingono a perdere Dio.
Concludiamo. La donna è insaziabile in tutti i peccati che sono nella concupiscenza carnale.
Perciò esse non si astengono dal far comunella coi demoni a scopo di libidine.
Se ne potrebbero dedurre conseguenze molteplici, ma a chi capisce basterà a spiegare come mai siano infette dalle eresie di stregoneria più le donne degli uomini, tant’è che l’eresia stessa dovrebbe essere indicata come eresia delle streghe, e sia benedetto l’Altissimo che volle fino ad oggi preservare la nostra specie virile da tanta disgrazia, fino al punto da adottarla incarnandosi in esse, quando Egli volle nascere e morire per noi.

Il martello delle streghe, edito nel 1977 da Marsilio Editore, Venezia

Posted in storie di donne, streghe e stregonerie.