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Perchè sì. Perchè no.

Continua sui media mainstream lo sciacallaggio contro chi ha partecipato alla manifestazione del 15 ottobre scorso a Roma. Abbiamo letto e sentito di tutto e di più: inviti alla delazione, pretese di vendetta, dissociazioni, strategie del terrore…Mentre i giornali e le televisioni fanno il loro sporco lavoro, attraverso i social network e i portali indipendenti, in molti/e cercano di raccontare un’altra storia e soprattutto di riprendere le fila di un discorso volto all’analisi della fase che stiamo attraversando, alla comprensione di quanto accaduto in quella giornata e ad un approccio quantomeno corrispondente alla realtà  dei fatti e non agli scenari deliranti imposti dalla politica istituzionale.

Nel nostro piccolo, attraverso il blog, stiamo cercando di fare lo stesso, dando spazio ai contributi che ci arrivano via mail. Abbiamo deciso e scelto consapevolmente di pubblicarli anche quando non li condividiamo  totalmente, nell’ottica di stimolare in voi/noi la riflessione. La becera propaganda, l’indottrinamento, li lasciamo ad altri, ben più esperti di noi. Inutile quindi lasciare sotto i post pubblicati, commenti di insulto o di minaccia nei nostri confronti, o nei confronti di chi scrive. Perchè con altrettanta consapevolezza sceglieremo, questa volta, di NON pubblicarli.

E tanto per non perdere il vizio, vi proponiamo un altro contributo sul 15 ottobre a Roma che abbiamo ricevuto qualche giorno fa.

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Ho visto cose che voi umani…

Ho visto donne, anziani, invalidi e bambini gassati dai lacrimogeni, dai gas CS e caricati direttamente dagli autoblindati della celere in divisa… Solo perchè erano li a manifestare un dissenso e un disagio generale..

Ho visto gente per strada che non faceva parte del corteo caricata in una via e rifugiarsi in un negozio o in una pizzeria, volevano portarci via tutti, (l’ agente di polizia batteva pugni sulla porta, poco prima un gesto gentile da parte di una fantomatica “black bloc”: dell acqua con bisolfito offerta al commerciante che aveva 2 occhi così per i gas, poco dopo ci ha protetti come suoi clienti mandando via gli agenti!)

“No la polizia è qui a proteggerci” diceva una signora..pochi secondi dopo è stata probabilmente caricata dagli stessi solo perchè faceva parte del corteo..volevano investirci, ammazzarci tutti/e, ma loro sono li per “proteggerci”..

Mi dispiace che di tutta la rabbia e le motivazioni più che giuste che hanno mosso tutta quella gente scesa in piazza a manifestare sabato siano passati solo i fatti infausti di violenze da parte nostra (e la loro allora non passa mai?) e che ora si parli solo di macchine bruciate e vetrine spaccate; fisicamente eravamo più di coloro che dovrebbero proteggerci, avremmo potuto con quei numeri non dico occupare il parlamento, ma almeno con chi se la sarebbe sentita di proseguire lo spezzone con un percorso non autorizzato, arrivare a un punto simbolo del potere di questa “casta” che ci governa, si sarebbe potuto fare di più, ma ci hanno spezzato in due parti il corteo e ricacciati indietro, solo a Roma è accaduto questo, solo qui non ci si è neanche proposti di arrivare ad un punto-simbolo con tutto quanto il corteo, vi sembra normale?

E poi la tristezza nel vedere dei ragazzi che si divertono a vedere fiamme, questi atti di violenza gratuita infatti non hanno nulla a che vedere con la vera lotta, non hanno alcun senso/giustificazione, quelle macchine non erano un obiettivo preciso e non erano incluse in delle azioni fatte per difendersi con quello che si ha (per es. fare barricate in difesa di una carica della polizia) non era il caso, non ce n’ era bisogno, non era il momento, ed è solo servito a farci additare come movimento violento capace di nulla. Ma ancor più tristezza è stato vedere un gruppo di “guardie rosse” del servizio d’ ordine di qualche spezzone (forse CGL o COBAS?!) andare incontro per menar le mani contro un corpuscolo di cinque ragazzini incappucciati, fischiati e allontanati dal corteo, spingendoli verso la celere! (de-ja-vu pazzesco: quest’ anno al primo maggio a Torino il servizio d’ ordine del PD spacca le chiavi al furgoncino della F.A.I e intimidisce fisicamente questo gruppo di anarchici attempati inquietanti come un gattino appena nato)!

Io non approvo come loro tali scelte, ma sono anche atterrita da questi fatti, insomma il movimento non si può scindere cosi internamente, faremmo il loro gioco.

Anche se non tutti la pensiamo uguale rispetto ai mezzi e metodi di lotta, vorrei poter pensare di sentirmi tranquilla all’ interno di un corteo e non sentirmi braccata anche dai “nostri”, ripeto anche se non approvo per nulla questi atti vandalici senza senso, la risposta del servizio d’ ordine è stata altrettanto indegna ed esagerata.

Fin qui abbiamo visto il corteo pacifico che sfila, accompagnato da qualche “azione incendiaria”, finora tutto “tranquillo” a parte quest’ episodio di rovinoso ostracismo da parte del servizio d’ ordine interno.

Ma poi il degenero, il disastro,la disorganizzazione del corteo, del percorso prestabilito, dove andare? che fare? Gente qualsiasi presa in mezzo e caricata a caso … e la rabbia esplode …

Sono indignata sì, contro queste bande di ragazzini che non sanno cosa fare e annoiati vanno a dar fuoco a qualsiasi cosa che gli capiti per mano, ma se rompono una vetrina di BankItalia o di un agenzia interinale allora si che è un azione mirata a ledere quegli stessi organi che strozzano e ricattano noi povera gente (non voglio dare giudizio di giusto o sbagliato, voglio solo fare un distinguo), ma sono ancor più indignata verso il servizio d’ ordine del movimento che per evitare ripercussioni fa la parte della celere all’ interno del corteo, e che consegna foto dei “violenti” alla polizia!

Sono indignata verso sbirri che caricano vecchi, donne e bambini che erano li a dimostrare pacificamente e a dare manforte a chi sarebbe andato avanti…

Sono indignata che non ci sia più memoria storica e metodi di piazza, sempre più disorganizzazione e sempre più vuoti e gente che scappa all’ impazzata in piena carica. Vorrei poter sapere che se sono in mezzo per caso o per causa, di potermi voltare e vedere tanta gente dietro di me che resiste li, anche più indietro, ma che fa vedere che c’ è, che non scappa, perchè eravamo molti a proteggere i più deboli e loro a farci vedere che resistono con noi nonostante i gassamenti (come in Val di Susa, gli anziani resistevano coi giovani anche dopo cinque e più ore di gas lacrimogeni!)

Eravamo molti più che loro, e vorrei per una volta non tornare con l’ amarezza in bocca di chi è consapevole che anche sta volta non si è concluso nulla, anche sta volta messe in rilievo solo le violenze da parte nostra, che poi sono legittima difesa verso sbirri che volevano ammazzarci tutti se avessero potuto.

Io sì, ero contenta a vedere che eravamo riusciti a bloccare la camionetta che poco prima tentava di investire chiunque, ma rattristata da tutti questi fatti e da tutti i “perché” ho spiegato qua sopra, un sacco di vuoto, sia fuori che dentro, in piazza e nella testa della gente. Tabula rasa di coscienze, metodi, obiettivi e di tutto.Bene ce l’ han fatta a vincere in questo senso ma vogliamo dargliela vinta per sempre? A quelli come i miei genitori dico: “Spegnete la tv e accendete i cervelli!Svegliatevi, siamo tutti sulla stessa barca, ora più che mai, è evidente”.

Per me, rimane solo un cuore rigonfio di dolore, rabbia e frustrazione; ma li, in quel momento in quel dato posto, spinta dalla forza della gente li con me per una causa comune, la frustrazione si è trasformata in rabbia, il panico della gente, la tensione e la rabbia sono diventati non voler fuggire ma rimanere lì piantati, e perchè no, il tutto si è espresso in “violenza“, ma non gratuita come quella dei ragazzini incappucciati o delle guardie (in divisa e non), questa vuole essere una violenza che è mezzo ma non il fine.

A quel punto diventa violenza giusta e  giustificata, da quello che ho visto e respirato, (ti bruciano i polmoni e vuoi piangere anche se non ci fossero lacrimogeni) per quello che fanno alla gente, ti portano all’ esasperazione, coi loro gas ti cambiano il dna, ma al cuore a quello non possono arrivare e se la gente non capisce ciò che abbiamo dentro, tutto questo bene che vogliamo per tutti che tanto cerchiamo, che tanto aneliamo, glielo dobbiamo spiegare, con tutta la forza, con tutto l’ amore ma anche con tutta la rabbia che ho nel cuore, glielo voglio rigurgitare, come viene, con le parole se possibile, ma anche coi fatti, poi verrà la spiegazione.

E a coloro che di lotte se ne intendono, che hanno fatto gli anni ‘70 (non il ‘68, amara delusione) chiederei da ragazzetta in formazione quale sono, inesperta sì ma non inerme, di avere pazienza con noi giovani e spiegarci, raccontarci, RICORDARE quali sono i metodi delle lotte passate, cosi che noi anche senza dovercene appropriare in senso lato possiamo interiorizzare e rielaborare nuovi metodi e nuove lotte, per il migliore dei mondi possibili e nel migliore dei modi possibili. E prego tutti quanti di non giudicare, si può disapprovare sì, non essere d’accordo con certi metodi di piazza, ma additare coloro che fanno del disagio rabbia, della rabbia violenza e di questa un loro mezzo no, in questo momento va bene tutto tranne che farsi gli sgambetti a vicenda, perché se la violenza esplode è sintomo di un sistema marcio dall’ interno e chi non si trova d’accordo ha poco da fare, perché ci si trova in mezzo comunque, tanto vale far fronte comune davanti a un problema collettivo, viviamo un momento storico-socio-politico particolare, per tutto l’ Occidente ma anche il Maghreb, vogliamo dimostrare che il nostro popolo è sempre più marcio e anomalo degli altri?

A.

Posted in comunicati/volantini, pensatoio, precarietà, resistenze, roma15ottobre.