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Cosa vuol dire avere…

Abbiamo ricevuto da C. e altre/i questo contributo sulla nostra mail. Una serie di indovinelli molto divertenti che volentieri condividiamo con voi…

Come tanti della mia generazione ho amato molto Fabrizio De André. I suoi dischi giravano sul piatto per mesi, ogni parola riascoltata e pensata, ogni nota, per chi ne capiva di musica, ripetuta su solitarie chitarre… quella voce unica e inconfondibile, soprattutto negli anni sessanta, ha significato per noi affacciarsi sul mondo…i cantautori francesi, Dylan, Leonard Cohen e tanti tanti ottimi libri… erano anni in cui lo stereo in casa ce lo avevano pochi, era un lusso, ci si accontentava del demoniaco e famelico mangiadischi, rock in televisione, vale a dire un canale in bianco e nero!, nulla, qualcosa su radio Rai ogni tanto…ci si sintonizzava su Radio Lussemburgo, spesso a orari impossibili…

Quell’amore ha attraversato indenne i decenni, i fatti politici, i dati sociali, la vita di tutti i giorni, per approdare, venato di rimpianto, all’ascolto limpido e ancora magico di oggi: propongo spesso Faber ai miei figli, agli studenti e alle studentesse, agli amici più giovani e le sue canzoni diventano gioco, si prestano alla sciarada…

Ascoltate con noi, indovinate e contribuite!

Chi è il nano di un metro e mezzo di statura, rancoroso e pieno di rabbia, arrogante al punto di credersi Dio, che finalmente può ergersi a giudice dei suoi simili, affidandoli con piacere al boia?

Un giudice, da Non al denaro, non all’amore né al cielo, 1971

Chi è la Vanità che fredda gioisce per ogni omaggio, anche il più estremo, che vuole sempre di più, che chiede senza accontentarsi e senza provar nulla, un nulla che è l’unica cosa che possiede?

La ballata dell’amore cieco, 1966

Chi è che ha il potere di mettere insieme gli elementi e farli reagire senza però capire niente degli uomini, delle gioie, dei dolori e degli amori perché comprende solo le leggi dei numeri chimici?

Un chimico, da Non al denaro, non all’amore né al cielo, 1971

Chi è che spaccia lenti per costringere gli occhi a inventare mondi che non esistono, che non sa che farsene di occhi normali perché vuole soltanto improvvisare occhi sempre contenti?

Un ottico, da Non al denaro, non all’amore né al cielo, 1971

Chi sono i banchieri, pizzicagnoli, notai coi ventri obesi e le mani sudate, coi cuori a forma di salvadanai, che pensano di essere semidei e vivono lontano dagli uomini in castelli inargentati?

Recitativo, da Tutti morimmo a stento, 1968

Chi è che sente di avere un mondo nel cuore, che sogna, sogna e sogna e va cercando e inventando le parole sicure per farsi ascoltare? Che ha imparato la Treccani a memoria per stupire?

Un matto, da Non al denaro, non all’amore né al cielo, 1971

Chi è che a mezzanotte fa il solito lavoro, mettendo le manette ai polsi a chi ne sa di più senza accorgersi che intanto il vento ride forte?

Via della Povertà, trad. da Bob Dylan, 1974

Chi è il gorilla infoiato che trascina il magistrato in mezzo a un prato tenendolo per un orecchio, per uno spettacolo avvincente ricco di suspense, pur non brillando né per lo spirito né per il gusto?

Il gorilla, trad. da Georges Brassens, 1968

Chi è il Babbo Natale che ricopre di splendidi doni, oro argento smeraldi, una fanciulla e che mentre parla d’amore ne approfitta per toccare e baciare dai piedi ai capelli un giovane corpo?

Leggenda di Natale, da Tutti morimmo a stento, 1968

Ecco, secondo noi, le soluzioni, in ordine di apparizione:

Brunetta, Santanché, Tremonti, Sacconi, Marchionne, Vendola, le truppe d’occupazione della Val di Susa, Belpietro,  Berlusconi.

C. e altri/altre

Posted in pensatoio, poesie.


One Response

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  1. elisa sgobba says

    non ho indovinato la santanché! bello! ciao