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Biografie partigiane

LIBERINA LUCCA, nata a Torino il 22 giugno del 1922, da Carlo e Leporina Felice. Sottotenente e comandante del servizio informazioni di Brigata, operativa dal 1 giugno del 1944 al 27 aprile del 1945 nella zona del canavese. Aveva al suo comando 240 uomini. Sfollata a Castelnuovo Nigra, conobbe alcuni partigiani delle Formazioni Matteotti e si prestò subito a far da staffetta, attraversando le montagne, sempre carica di messaggi, sale e viveri. Quand’era il caso, faceva anche da infermiera e prestava aiuto ai compagni di lotta malati o feriti. Per la delazione di una maestra fascista fu arrestata e imprigionata ad Aosta.
Riuscì ad essere liberata e riprese la sua attività andando sovente a Torino a ritirare cappotti e vestiti per i partigiani che si trovavano in alta montagna.
Una sera, venuta a Torino da Castellamonte per vedere un nipotino appena nato, fu avvertita che al comando tedesco un partigiano era stato interrogato su di lei e aveva negato di conoscerla. Essendo pericolosa la sua permanenza in città, travestita si recò a Bairo e qui aiutò immediatamente i partigiani del luogo. Il 27 Aprile del 1945 tornò a Torino al ristorante Canelli in via San Dalmazzo con un documento per il comandante Piero. Dopo aver pranzato volle uscire ad assolvere al suo incarico, benché i fascisti sparassero da ogni parte, e cadde fulminata.

MADDALENA MACCHETTA, nata a Cassolo, in provincia di Torino, l’8 luglio del 1889, attiva dal 2 gennaio 1944 al 6 marzo 1944 come staffetta presso la 46° Brigata Garibaldi. Mentre portava ordini e viveri al comando di Brigata venne catturata da forze nazifasciste e passata per le armi il giorno stesso.

IRMA MADDALENA, nata a Grange di Nole l’11 febbraio del 1922, operativa come staffetta e informatrice presso la I Divisione Garibaldi, 19° Brigata, dal 2 giugno del 1944 al 12 gennaio del 1945. Secondo il suo comandante era “un’ottima nostra ausiliaria”. Irma accolse in casa sua un gruppo di partigiani scesi dai monti di Varisella per preparare l’attacco alla caserma della Folgore a Cirié. Assalita la caserma, Irma venne uccisa durante il combattimento, cui partecipò, lasciando il fratello, pure partigiano, ferito, e i vecchi genitori invalidi.

ADA MARONGIU, nata a Busca il 1 marzo del 1926, residente a Dronero, operativa con il grado di tenente presso la Brigata Val Maira della II Divisione Alpina di Giustizia e Libertà. Informatrice, era a capo del servizio Informazioni, al comando di circa 400 uomini dal settembre del 1943 al 26 agosto del 1944. Quando i partigiani attaccarono le truppe tedesche di stanza in Valle Maira, Ada cadde durante il combattimento in zona Tetti, presso Dronero.

ROSA MARUCCO, nata a Torino il 24 giugno del 1929 da Alfredo e Teresa Candido. Operativa come staffetta e trasporto documenti falsificati da Torino al comando partigiano, presso la I Brigata Giambone dal 1 giugno del 1944 al 4 maggio 1945.  Era figlia unica, impiegata alla Lancia. Si unì ai partigiani all’insaputa dei genitori.
Il 4 maggio, ancora mobilitata, mentre si trovava nel cortile della caserma venne fulminata da una raffica di mitra esplosa da un cecchino. Aveva 16 anni.

ADRIANA MINETTO, nata a Mazzè, in provincia di Aosta, il 19 gennaio 1927, da Pietro e Maddalena Pasquino. Operativa come staffetta e informatrice del comandante Pietro, VII Divisione G.L., IV Brigata Mazzini, dal 1 aprile 1944 al 27 aprile del 1945. Adriana aveva il papà, il fratello e il fidanzato in montagna.
Portava messaggi, documenti e informazioni ai combattenti, incitandoli alla lotta. Durante l’insurrezione di Torino, di vedetta ad una finestra, venne individuata dai tedeschi e, presa di mira, colpita a morte. Aveva 18 anni.

FRANCESCA MIOLA, nata a La Cassa il 9 marzo del 1889. Secondo le testimonianze raccolte, portò la sua opera di soccorso in favore delle famiglie di Cumiana colpite dalla violenza nazifascista. Fu schiaffeggiata in una panetteria per le sue affermazioni antifasciste. Fornì alle squadre di pronto soccorso partigiane bende fatte con la sua biancheria e si portò sempre nei luoghi ove infuriava più la lotta, per aiutare i “suoi figli”, come chiamava i partigiani. Fu colpita, nei giorni dell’insurrezione, dal piombo nazifascista, a Torino, in via Piave, tra via Garibaldi e via Giulio.
Cadde adempiendo il suo dovere, cosciente che nessun sacrificio era sufficiente per il suo ideale.

EMILIA MORELLO, nata a Venasca, in provincia di Cuneo, il 13 maggio 1926. Operativa come staffetta presso la 181° Brigata Garibaldi, XI Divisione.
Secondo la dichiarazione del suo comandante, in seguito a malattia riportata nel servizio di staffetta assolto anche durante i rigori invernali, dopo 5 giorni dal principio di un attacco di angina, morì il 24 gennaio del 1945. Svolse importante attività con sprezzo del pericolo nella Valle Varaita, zona Lemma Rossana e Piasco. Eroica figura di patriota. Aveva 19 anni.

GIUSTINA NIUSTI, nata a Genova il 7 ottobre del 1884, residente a Cassinelle, casalinga.
Il sindaco di Cassinelle, che la propose per la medaglia di bronzo al valor militare, nella sua testimonianza ricordò come ella si prodigasse per assistere, nascondere e alloggiare i partigiani del luogo dal gennaio del 1944 fino alla sua morte. Riuscita a mettersi in salvo durante un terribile rastrellamento, sprezzando il pericolo, ritornò alla propria abitazione che era stata sede del Comando Partigiano, per porre in salvo materiali compromettenti e distruggere le tracce della presenza del Comando.
Mentre si accingeva a tale opera, il 7 ottobre del 1944 venne barbaramente trucidata per rappresaglia da nazifascisti.

CESARINA OCCELLI, nata a Vinadio, Cuneo, il 10 settembre del 1917 da Giuseppe e Maria Fenoglio. Operativa dal 1 agosto 1944 al 7 giugno del 1945.
Secondo il parere del suo comandante, Angelo Teltamandi, fu ottimo elemento, dotata di alto senso del dovere e di sacrificio, per missioni delicate e di fiducia dava il massimo affidamento. Fu arrestata da militi italiani in servizio presso la polizia tedesca, il 29 marzo eluse la sorveglianza e riuscì a fuggire.
Morì due anni dopo la liberazione, nel luglio del 1947, per malattia contratta durante la lotta partigiana da cui non si riprese più.

CANDIDA OTTAZZI,  nata il 24 maggio del 1919 a Maranzano, in provincia di Asti, da Pietro e Teresa Bo, residente a Genova. Operativa dal 21 giugno 1944 al 27 settembre dello stesso anno presso la 79° Brigata Garibaldi con il grado di commissario di distaccamento. Era sottotenente di Divisione, con 36 uomini alle proprie dipendenze.
Secondo il suo comandante “Pietro”, fu giovane di altissimi sentimenti italiani, collaboratrice emerita, mise nella lotta tutto l’entusiasmo, l’attività e la costanza di chi è animato da altissimi sentimenti d’amore per la patria e per la libertà.
Un tragico incidente in servizio ne stroncò la giovane e generosa vita.

NELLA PASTORELLO, nata in provincia di Padova il 11 febbraio del 1923 da Luigi e Margherita Martinello, residente a Biella. Operativa dal 20 ottobre del 1943 al 13 marzo del 1944 presso la II Brigata Garibaldi “Pensiero”, come collaboratrice e staffetta, secondo il parere del suo comandante, il sottotenente Bruno Salsa.
Morì in combattimento il 13 marzo del 1944, quando le truppe nazifasciste attaccarono le formazioni partigiane della Valsesia.

AUGUSTA PAVESI, nata a Cassoldo Ippolito il 6 settembre del 1927 da Riccardo e Caterina Grizzi, operativa in Val d’Ossola dal 10 luglio del 1944 al 14 novembre del 1944 come staffetta, porta ordini, trasporto viveri e medicinali per le formazioni in montagna. Alloggiava nella sua abitazione una squadra di partigiani con postazioni di mitraglie. Venne arrestata e imprigionata a Intra, Novara, e pochi giorni dopo fucilata.
Aveva 17 anni.

Posted in 25 aprile, resistenze, storie di donne.