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DIGITALIS PURPUREA

Il progetto ReFe nasce dall’esigenza di confrontarsi sul fare, sull’agire. Collettivi, gruppi e singole di alcune città (Genova, Milano, Torino) che, negli anni precedenti, avevano partecipato attivamente a percorsi femministi, sentivano di essere in una fase in cui non riuscivano a incidere con il proprio sguardo di genere all’interno delle lotte e delle situazioni in cui vivevano.
Da qui è nata l’idea di confrontarci per cercare soluzioni e idee comuni e, al contempo, di rilanciare alcune tematiche che ci stanno a cuore, declinando alcune riflessioni del femminismo in un agire pratico e concreto.
Il desiderio di sperimentare pratiche di autogestione, autorganizzazione e autoproduzione tra donne, di affrontare in maniera non ideologica il potere in tutte le sue declinazioni, così come la violenza agita e quella subita, la liberazione dallo sguardo sessuato maschile, l’autonomia nelle relazioni, il rapporto con il proprio corpo e con l’identità di genere: da tutto ciò nasce l’idea di un campeggio. Diventa subito la campeggia, perché è nostra nei contenuti, nella gestione dei tempi, nella costruzione degli spazi.
Vogliamo trovare o inventare nuovi metodi e nuove pratiche che ci corrispondano davvero. In questo clima aperto, proviamo ad attraversare e sperimentare non “la politica” ma delle pratiche politiche: crescita individuale, conflitto con l’esterno, relazioni tra donne, rapporto con il proprio corpo e quello delle altre, immaginario.
Durante la campeggia affrontiamo le questioni che sentiamo più urgenti – conflitto (Milano), corpo (Genova), violenza (Torino).
Conflitto. Come affrontiamo i conflitti tra di noi e quello col sistema dominante? Come confliggiamo con le altre donne e perché? Come si possono risolvere le situazioni conflittuali all’interno dei collettivi di donne? Come vogliamo esprimere la nostra conflittualità con un sistema sociale-economico-politico di oppressione dal quale vogliamo liberarci?
Con quali strumenti confliggiamo? Come possiamo smantellare quei meccanismi più o meno inconsci che ci mettono spesso in una
condizione inoffensiva? Come riappropriarci della nostra rabbia? Che significato diamo all’uso della violenza agita non solo come strumento di autodifesa?
Corpo. Come sentiamo il nostro corpo in relazione allo spazio che occupa? Come ci viviamo in relazione alle altre donne e agli uomini? Come e quanto ci condiziona il modo in cui donne e uomini ci guardano e ci vedono?
Violenza. Come si riconosce la violenza maschile contro le donne, in particolare nei movimenti e gruppi politici di cui molte di noi fanno parte? Come rompere le dinamiche vittimiste? Come elaborare strategie di azione condivise?
Questa pubblicazione nasce dal desiderio che la sintesi di questa esperienza per noi significativa possa anche diventare strumento per la costruzione di nuove complicità e nuove relazioni femministe.
Per richiedere copie o per presentare il libro nella tua città scrivi a refe@autistiche.org
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